
Giuseppe PELLEGRINO
Professori Associati
Botanica generale (BIOS-01/A)
Contatti
- Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra
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Nel 2001 ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in “Sistematica Molecolare” (XIII ciclo). Dal 1 giugno 2001 è ricercatore confermato presso il Dipartimento di Ecologia dell’Università della Calabria. Dal 2003 è componente della Giunta del Dipartimento di Ecologia. Dal 2008 è Consigliere del Gruppo di Lavoro di Biosistematica Vegetale della Società Botanica Italiana. Negli ultimi anni l'attività di ricerca si è incentrata sulle seguenti tematiche: fenomeni di ibridazione ed introgressione mediante analisi molecolari e biologia della riproduzione e dell’impollinazione di piante spontanee.
CURRICULUM DELL’ATTIVITA’ SCIENTIFICA E DIDATTICA
del Dott. Giuseppe PELLEGRINO
Nato a Monza (MI) il 17 maggio 1968.
Carriera accademica:
Nel 1993 si è laureato presso l’Università degli studi della Calabria, Arcavacata di Rende.
Dal 1997 è membro della Società Botanica Italiana.
Nel 2001 ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in “Sistematica Molecolare” (XIII ciclo).
Dal 1 giugno 2001 è ricercatore di Botanica (Bio01) presso il Dipartimento di Ecologia dell’Università della Calabria.
Il 1 giugno 2004 è stato confermato nel ruolo di ricercatore.
Dal 2002 al 2008 è stato componente della Giunta del Dipartimento di Ecologia.
Dal 2007 al 2010 è stato componente del Nucleo di Valutazione del Dipartimento di Ecologia.
Nel 2008 è stato eletto quale componente del consiglio del gruppo di lavoro per la Biosistematica Vegetale della Società Botanica Italiana (2008-2012).
Dal 2012 al 2016 è stato componente del Collegio di Disciplina dell’Università della Calabria.
Dal 2014 al 2016 è stato componente del Nucleo di Sicurezza del Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra.
Dal 2013 al 2016 è stato componente della Giunta del Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra.
Dal 2013 al 2020 è stato componente della Commissione Ricerca del Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra.
Dal 2018 è Professore Associato di Botanica (Bio01).
Dal 2019 è Delegato del Rettore per lo Sport (2019-2025).
Dal 2019 è Presidente per il Comitato Sportivo Universitario (2019-2025).
Dal 2019 è componente del Consiglio Direttivo del CUS Cosenza.
PARTECIPAZIONE A CONGRESSI NAZIONALI ED INTERNAZIONALI. Ha partecipato al congresso nazionale di Ecologia organizzato dalla S.It.E. svoltosi a Napoli (1996), ai congressi nazionali di Botanica della Società Botanica Italiana, che si sono tenuti presso l’Università degli Studi della Calabria (1998), di Ferrara (1999), di Messina (2000), di Varese (2001), di Lecce (2002), di Catania (2003), di Torino (2004), di Roma (2005), di Caserta (2006), di Palermo (2007), di Reggio Calabria (2008), Campobasso (2009), Milano (2010), Genova (2011), Salerno (2018); al congresso internazionale “ORCHIS 2000”, tenutosi a San Zeno di Montagna (2000), al XLVI congresso annuale S.I.G.A. tenutosi a Giardini Naxos (2002), al IX IOPB Meeting “Plant evolution in Mediterranean climate zones” tenutosi a Valencia-Spagna (2004), all’ International Workshop “Orchid population dynamics” svoltosi ad Haapsalu-Estonia (2004), al XVII International Botanical Congress tenutosi a Vienna-Austria (2005) e al IV International Orchid Conservation Congress tenutosi a České Budějovice-Repubblica Ceca (2011). In tali occasioni ha presentato relazioni e discusso i risultati delle proprie ricerche. Ha partecipato inoltre alle riunione del Gruppo di lavoro per la Biosistematica Vegetale della Società Botanica Italiana di cui fa parte dal 1997.
COLLABORAZIONI ALL’ESTERO. Dal 17 novembre 1999 al 15 dicembre 1999 e dal 14 febbraio 2000 al 3 marzo 2000 ha lavorato, in collaborazione con il Prof. Alex Widmer, presso i laboratori dell’ ETH di Zurigo (Politecnico Federale di Zurigo) in Svizzera, nel campo della biologia molecolare (DNA microsatellitare) allo studio delle Orchidaceae.
Ha rapporti di collaborazione con numerosi ricercatori stranieri quali il Prof. Florian Schiestl (ETH -Università di Zurigo), la Prof. Elena Conti (ETH -Università di Zurigo), con il Prof. Alex Widmer (ETH -Università di Zurigo), il Prof. Rod Peakall (Università of Camberra), il Prof. Amots Dafni (Università di Haifa), il Prof. Pavel Kindlmann (University of South Bohemia), la Dott. Jana Jersakova (University of South Bohemia).
Progetti di Ricerca:
Partecipante al Progetto di Ricerca PRIN 2003 “Effetti dell'isolamento sulla struttura genetica spaziale di specie vegetali mediterranee ”
Partecipante al Progetto di Ricerca PRIN 2005 “Approcci molecolari per lo studio della speciazione nel genere Serapias, orchidee mediterranee non nettarifere. ”
Partecipante al Progetto di Ricerca PRIN 2008 “L’impollinazione nelle orchidee non nettarifere del genere mediterraneo Serapias. Segnali fiorali e barriere riproduttive interspecifiche”
Responsabile Unità di Ricerca al Progetto PRIN 2017 "Mediterranean orchids as a model system to quantify intrinsic and extrinsic factors influencing distribution and conservation-oriented restoration"
Responsabile Unità di Ricerca al Progetto PRIN-PNRR 2022 "Parallel adaptation of plants to URBAN POLLinators (URBANPOLL)"
ATTIVITA’ DIDATTICA.
L'attività didattica svolta, a vario titolo, nel corso della sua carriera accademica ha riguardato i seguenti corsi e laboratori:
-dall’a.a. 1994-95 al 1999-2000 ha svolto le esercitazioni di laboratorio per l' insegnamento di Botanica (Laurea in Scienze Naturali ed in Scienze Biologiche) e Botanica Sistematica (Laurea in Scienze Naturali);
-dall’a.a. 2001-2002 al 2002-2003 gli è stato conferito l’incarico di insegnamento del corso di Botanica (Laurea in Scienze Biologiche);
-dall’a.a. 2001-2002 al 2002-2003 gli è stato conferito l’incarico di insegnamento del corso di Biodiversità Vegetale ( Laurea in Scienze Biologiche);
-dall’a.a. 2001-2002 al 2008-2009 gli è stato conferito l’incarico del corso di Laboratorio di Biologia Vegetale (Laurea in Scienze Naturali);
-dall’a.a. 2005-2006 al 2008-2009 gli è stato conferito l’incarico del corso di Principi di Biologia Vegetale (Laurea in Geo-Topo-Cartografiche, Estimative, Territoriali ed Edilizie);
-dall’a.a. 2005-2006 al 2008-2009 gli è stato conferito l’incarico del corso di Biologia della Riproduzione delle Piante (Laurea in Scienze Biologiche);
-dall’a.a. 2007-2008 al 2011-2012 gli è stato conferito l’incarico del corso di Biodiversità Vegetale (Laurea in Scienze Naturali);
-dall’a.a. 2010-2011 al 2011-2012 gli è stato conferito l’incarico del corso di Botanica Sistematica (Laurea in Scienze Naturali);
-dall' a.a. 2012-2013 a tutt'oggi gli è stato conferito l’incarico del corso di Botanica (Laurea Triennale in Biologia);
-dall' a.a. 2015-2016 a tutt'oggi gli è stato conferito l'incarico del corso di Biologia Forense (Laurea magistrale in Biologia)
ATTIVITA' SCIENTIFICA.
Negli ultimi anni, il suo interesse di ricerca è stato lo studio, mediante approcci molecolari, della diversità genetica esistente nelle e tra le popolazioni di specie affini di piante spontanee con distribuzione tipicamente o prevalentemente mediterranea. Lo scopo di tali ricerche è di contribuire al miglioramento delle conoscenze sia delle relazioni tassonomiche ed evolutive tra le entità studiate sia dei processi biologici e geoclimatici che ne hanno determinato l’attuale distribuzione. Queste ricerche hanno implicazioni di notevole interesse nel settore della protezione e conservazione, in particolare per una più consapevole definizione di strategie di intervento ai fini della conservazione delle specie endemiche, minacciate o a rischio di estinzione. Infine, alcune metodiche molecolari sono impiegate nello studio dei fenomeni di ibridazione, per accertare sia la reale natura ibrida di individui di prima generazione sia l’origine ibridogena di un taxon, così come per evidenziare il flusso genico che si può realizzare tra popolazioni simpatriche di specie più o meno affini attraverso eventi di ibridazione e di introgressione. Per tali scopi sono state utilizzate alcune delle metodologie più aggiornate, tra le quali, in particolare, l’analisi dei polimorfismi isoenzimatica e del DNA nucleare e plastidiale; per quest’ultimo tipo di approccio sono state realizzate analisi RAPD, di ISSR, di sequenze e dei microsatelliti.
Principali linee di ricerca:
a) Studio della biologia dell’impollinazione, delle barriere riproduttive e dei fenomeni di ibridazione in orchidee mediterranee.
La presenza e la consistenza di processi di ibridazione e di introgressione tra specie simpatriche appartenenti ai principali generi (Anacamptis, Dactylorhiza, Ophrys, Orchis) delle orchidee mediterranee è stata documentata grazie all’applicazione di metodi molecolari. In tal modo sono state caratterizzate nuove entità ibride ed è stato possibile stabilire la presenza di reincroci in sciami ibridi. Per inferire sulla natura delle barriere riproduttive, sui flussi genici tra le specie e sui processi di divergenza e speciazione sono stati condotti esperimenti di impollinazione manuale. In particolare, è stato così dimostrato che tra le specie di orchidee non nettarifere, in cui l’impollinazione è attuata da più impollinatori, l’integrità genetica è assicurata da meccanismi di isolamento post-zigotici, mentre nel genere Ophrys, la cui impollinazione è notoriamente specializzata, le barriere sono pre-zigotiche.
L’esistenza di barriere intraspecifiche è stato osservato incrociando manualmente differenti morfotipi colorati della specie di orchidea non nettarifera Dactylorhiza sambucina. Infatti, i semi ottenuti da incroci tra gli stessi morfotipi mostravano percentuali di embrioni maggiori di quella osservate in incroci tra morfotipi diversi. Questo suggerisce che le differenti proporzioni di morfotipi nelle popolazioni naturali non dipendono esclusivamente dall’azione selettiva degli impollinatori, come precedentemente suggerito da esperimenti su popolazioni artificiali.
Altri studi sono stati condotti per delineare il ruolo degli ibridi naturali delle orchidee non nettarifere del mediterraneo. In particolare, in alcuni casi (Orchis xbergonii, Orchis xbivonae) si è dimostrato come gli ibridi rappresentino una barriera post impollinazione che garantisce l’identità delle specie parentali, in un unico caso possano rappresentare un raro esempio di speciazione omoploide per ibridazione (Orchis xcolemanii).
b) Studi sulle orchidee non nettarifere del genere Serapias.
Una indagine condotta con marcatori microsatellite, precedentemente sviluppati, ha consentito di dimostrare la diversità genetica di tre specie di Serapias dotate di fiori dalle dimensioni simili, dimostrando che la dimensione fiorale non rappresenta il principale meccanismo di isolamento come generalmente ritenuto.
L’uso dei microsatelliti ha poi rivelato che nelle popolazioni naturali di S. vomeracea esiste un eccesso di eterozigosità, l’assenza di isolamento per distanza e l’azione di drift genetico. Tali condizioni, nel complesso, sono coerenti con l’elevato polimorfismo tipico della specie. In particolare, suggeriscono che il drift genetico potrebbe rappresentare anche nelle orchidee mediterranee un meccanismo di diversificazione e speciazione. La documentazione di una bassa fitness riproduttiva dovuta a limitazione da impollinatori e non a carenza di risorse indica che S. vomeracea, come tutte le orchidee, è da inserire tra le specie da salvaguardare.
Infine, il sequenziamento di più regioni del genome plastidiale, ha portato alla risoluzione delle relazioni filogenetiche tra 14 specie di Serapias. Questo lavoro ha consentito di proporre una nuova visione delle relazioni evolutive e dei processi di diversificazione (autogamia, poliploidia) nell’ambito del genere.
c) Variabilità di marcatori plastidiali in Anacamptis palustris.
Precedenti studi basati sulla variabilità di un micro- e di un minisatellite plastidiale avevano permesso di ricostruire la storia filogeografica di A. palustris, esaminando individui provenienti da tutte le stazioni italiane e della maggior parte del resto dell’areale. Nel triennio di conferma, sono stati approfonditi alcuni aspetti emersi da queste indagini. Un primo studio ha rivelato una stretta affinità molecolare ed evolutiva delle popolazioni di A. palustris distribuite sulle coste Salentine e Greco-albanesi del canale di Otranto, suggerendo, unitamente ad evidenze sedimentologiche di letteratura, che tali popolazioni potrebbero essere state in contatto attraverso un antico collegamento terrestre al termine del Messiniano, durante la fase di Lago-mare.
Un secondo lavoro ha confrontato la variabilità degli aplotipi delle popolazioni italiane attuali con quella di campioni di erbario di popolazioni italiane estinte. E’ stata così ricostruita la variazione genetica di A. palustris nel tempo e nello spazio, evidenziando che la specie mostra una tendenza alla perdita di areale e di variabilità genetica.
d) Biodiversità e conservazione.
In questa linea, alcuni studi hanno esaminato la struttura genetica spaziale di endemismi dell’Appennino meridionale ponendola in relazione con la eterogeneità ambientale (Campanula pollinensis), con la distribuzione geografica (C. pseudostenocodon) o con la biologia della riproduzione (Gentianella crispata, Dianthus guliae). Le informazioni ottenute hanno rivelato la presenza di insospettate biodiversità genetiche e avvalorato la necessità della loro tutela.
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