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Inaugurazione Anno Accademico 2024/25

16 Settembre 2024, ore 11:00 - Aula Magna, Centro Congressi "Beniamino Andreatta"

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Interventi

Magnifico Rettore, docenti, personale tecnico-amministrativo, studenti e ospiti dell’Università della Calabria, buongiorno a tutte e tutti.

È per me un onore e un privilegio poter intervenire in questo importante evento che scandisce annualmente la vita della nostra comunità accademica. E, lasciatemi dire in tutta sincerità, è anche una grande sorpresa, che la governance dell’Ateneo mi ha fatto giungere del tutto inattesa.

Mi chiamo Federica Morrone, sono iscritta al secondo anno del Corso di Laurea in Scienze dell’Amministrazione e sono qui oggi in rappresentanza di tutte le studentesse e gli studenti, ma in particolare sento di parlare con la voce di coloro che, come me, affrontano il doppio percorso di studio e sport, il cosiddetto programma dual career. La mia è, dunque, un’esperienza di studentessa, ma al contempo di atleta professionista. Un’esperienza e un cammino difficile, che mi ha insegnato a gestire il tempo, a mantenere la concentrazione e a trovare l’equilibrio tra due mondi che richiedono impegno, sacrificio e tanta passione.

E la mia grande passione è la pallanuoto, sin da quando ero bambina. Attualmente, gioco come attaccante nell’ASD Cosenza pallanuoto che milita nel Campionato di serie A1 e ho recentemente avuto l’onore di rappresentare l’Italia al campionato europeo Under 19. La mia carriera sportiva mi ha trasmesso i valori della perseveranza e della resilienza, mi ha fatto comprendere appieno il significato del lavoro di squadra. Si tratta di valori che ho portato con me anche nella vita accademica, una vita che non sarebbe stata possibile senza questo programma specifico pensato dall’Università della Calabria. Il programma dual career mi sta consentendo, infatti, di continuare ad allenarmi per ore e ore, mattina e pomeriggio, ogni giorno, senza per questo rinunciare allo studio, alla mia crescita culturale e professionale. Grazie all’Unical, ho avuto la possibilità di studiare nella mia terra, senza rinunciare a nessuna delle mie ambizioni.

L’Unical, con i suoi servizi e le sue strutture, è un ambiente che favorisce lo sviluppo completo della persona. Durante il mio primo anno di studi, ho avuto modo di vivere appieno le potenzialità del Campus: dalle biblioteche alle sale studio, dai laboratori alle aule, tutto qui è progettato per offrire a noi studenti il miglior supporto possibile. Importantissimi sono poi i servizi legati al diritto allo studio, fondamentali per garantire pari opportunità a tutte le studentesse e tutti gli studenti. L’Ateneo eroga borse di studio, agevolazioni economiche e servizi abitativi, elementi che fanno la differenza per chi, come tanti di noi, proviene da contesti in cui l’accesso all’istruzione può essere reso difficile da ostacoli economici. La possibilità di usufruire di alloggi all’interno del Campus, le mense universitarie che offrono pasti di qualità a prezzi accessibili e i servizi di tutorato rappresentano un grande sostegno per molti di noi. Questi servizi ci permettono di concentrarci meglio sul nostro percorso di studi e di vivere l’Università in modo sereno. Anche la presenza di sportelli di ascolto e di supporto psicologico sono segni tangibili dell’attenzione che l’Unical riserva al nostro benessere.

L'Unical, però, non è solo un luogo dove ci si forma accademicamente, ma è anche uno spazio che stimola la socializzazione. I momenti di studio sono intervallati da attività ricreative, da innumerevoli iniziative sportive, musicali e teatrali che vedono coinvolti non soltanto noi studenti, ma anche i docenti ed il personale tecnico amministrativo. Rafforzando così il rapporto intergenerazionale.Vivere questo ambiente è, ogni giorno, un’esperienza entusiasmante. In ogni mia sfida, ho sempre trovato in questo Ateneo un ambiente pronto a spronarmi e supportarmi. I docenti, i tutor e il personale tecnico-amministrativo sono sempre pronti a darci una mano. Un valore aggiunto, che fa realmente la differenza.

Nel mio percorso di studentessa-atleta ho già dovuto affrontare decisioni difficili e momenti di svolta. L’Ateneo è stato sempre un mio alleato, non solo con i servizi dedicati del programma dual career, ma più in generale con un approccio che traspare da tanti piccoli dettagli e che sa mettere al centro lo studente e la sua crescita. Ma, ovviamente, in questo percorso di crescita, l’Ateneo si affianca ai miei modelli sportivi, ai miei punti di riferimento in vasca, come Tania Di Mario, una delle più grandi campionesse della pallanuoto italiana e mondiale.

Tania rappresenta tutto ciò che un atleta e una studentessa come me aspira a diventare: una persona che, grazie alla dedizione, alla determinazione e all’amore per il suo sport, è riuscita a raggiungere traguardi sportivi straordinari e, grazie alle competenze acquisite con lo studio, altrettanto importanti traguardi nella sua successiva carriera dirigenziale. Tania è stata infatti capace di conciliare la sua carriera sportiva di altissimo livello con l’impegno accademico e professionale, dimostrando che, con passione e sacrificio, si possono raggiungere grandi risultati, sia nello sport che nella vita. La sua biografia è per me un monito costante, che mi invita a credere sempre più nei miei sogni di atleta e a impegnarmi per costruire un futuro basato su competenze e professionalità.

Infatti, anche se a volte il percorso può sembrare difficile, non dobbiamo mai perdere di vista i nostri obiettivi. L’università ci offre strumenti e supporti per crescere. Sta però a noi saper sfruttare tutte le opportunità che ci vengono offerte. Non dobbiamo aver paura di chiedere aiuto e supporto, non dobbiamo mai smettere di impegnarci e di costruire il nostro futuro. Impariamo a credere in noi stessi e a lottare per i nostri sogni, sapendo che ogni difficoltà superata ci avvicina al nostro traguardo.

“Non esiste un traguardo troppo lontano, se si è disposti a fare il primo passo e ogni successivo con il cuore pieno di passione”, diceva proprioTania Di Mario. E questa frase è per me un faro quotidiano. Non dimentichiamo mai di coltivare le nostre passioni, perché è proprio in esse che troveremo la forza per affrontare le sfide.  

Sono fiera di far parte di questa università e di aver contribuito, riportandovi la mia personale esperienza, a dimostrare che non esistono limiti se si ha il coraggio di sognare in grande e di affrontare ogni giorno con determinazione. Ecco perché vorrei augurare a tutti noi, qualsiasi siano le passioni da cui siamo animati, un anno accademico ricco di successi, sfide stimolanti e, soprattutto, soddisfazioni personali e professionali. Che possiamo tutti, come comunità, continuare a ispirarci e sostenerci a vicenda in questo viaggio straordinario.

Buon anno accademico a tutti!

Buongiorno a tutti,

 

Magnifico Rettore,

Studentesse e studenti,

Direttrice Generale,

Autorità accademiche,

Colleghe e colleghi,

Autorità presenti,

Professoresse e Professori,

Illustri ospiti tutti.

 

Desidero ringraziare il Magnifico Rettore per la grande emozione e la gioia che mi ha regalato, invitandomi a partecipare alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2024/25 dell’Università della Calabria, in rappresentanza del Personale Tecnico Amministrativo. Una grande squadra, di cui mi onoro di fare parte. 

Il mio percorso lavorativo all’Unical inizia nel lontano primo settembre del 2000, quando partendo da Pisa, dove ho speso i miei anni della formazione, risultai vincitore di una procedura di selezione pubblica, con assegnazione a tempo determinato, presso il Dipartimento di Scienze della Terra. Venni poi inquadrato a tempo indeterminato presso il Dipartimento di Organizzazione Aziendale e delle Amministrazioni Pubbliche e, a seguito dello scioglimento di quest’ultimo, optai per l’incardinamento presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche. Dopo una parentesi di studio per il conseguimento del dottorato di ricerca in Impresa, Stato e Mercato – Area Aziendale, fui assegnato al Dipartimento di Scienze Aziendali, fino a quando l’applicazione della Riforma Gelmini portò all’accorpamento di questo dipartimento con quello di Scienze Giuridiche, dando origine alla struttura nella quale sono a tutt’oggi incardinato, avendo ricoperto negli anni i ruoli di vice segretario e segretario.

A seguito della recente riorganizzazione del personale, attualmente ricopro il nuovo incarico di Coordinatore dell’Area dei Servizi Tecnico-Amministrativi proprio nel Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche, un ruolo che mi porta a confrontarmi ogni giorno con tanti splendidi colleghi, docenti, studenti e collaboratori, per gestire al meglio le esigenze dipartimentali.

Consentitemi, a tal proposito, di rivolgere un pensiero al compianto Direttore Prof. Alfio Cariola, prematuramente scomparso alcuni mesi fa, che ricordo con affetto per il suo sprone continuo ad approfondire le mie personali conoscenze tecniche e a migliorare le competenze gestionali. Il prof. Cariola ha donato tanto a me e al Dipartimento; ma ha donato tanto all’Ateneo tutto, dal punto di vista didattico, scientifico e umano, con la sua profonda e attenta conoscenza dei processi universitari, e con la sua ferma convinzione della centralità della forza dell'amministrazione e del ruolo essenziale che ogni componente della nostra comunità deve saper giocare.

Il nostro Ateneo si sta, in effetti, sempre più caratterizzando come una comunità coesa, in cui ogni attore è parte fondamentale per il raggiungimento di obiettivi di valore nella Didattica, nella Ricerca, nella Terza Missione, nell’Internazionalizzazione e nei Servizi agli Studenti. È grande il senso di appartenenza; è grande l’orgoglio per i risultati concreti e tangibili, che si manifestano anche attraverso il raggiungimento dei vertici in numerosi ranking nazionali e internazionali, quali la Classifica Censis in cui l’Unical oggi primeggia tra le grandi università italiane. Una bella conferma dello straordinario processo di crescita in atto all’Unical che, così facendo, contribuisce in maniera diretta e decisiva anche allo sviluppo sociale ed economico del territorio.

Un processo di crescita che si è attivato senza soluzione di continuità sin dal periodo della pandemia da Covid-19. Un ricordo ormai lontano, che però ha portato con se e ci ha consegnato la sperimentazione di nuove metodologie lavorative alle quali il personale, senza mai sottrarsi, ha partecipato attivamente. Proprio grazie alla disponibilità del personale, non è mai venuta meno – in quel lontano periodo – la capacità di erogare i servizi essenziali dell’Ateneo, ed è stato possibile ragionare sulla definizione di nuovi strumenti organizzativi mirati ad armonizzare la vita professionale con quella privata, incrementando il livello di efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa. Questi sforzi e questa apertura devono permanere anche nel prossimo futuro; anzi, essi possono essere la chiave per alimentare, prospetticamente, un nuovo approccio all’organizzazione del lavoro basato sempre più sui risultati, attraverso una combinazione di flessibilità, autonomia e collaborazione.

Il personale tecnico e amministrativo, con grande responsabilità, ha saputo però affrontare nel corso degli ultimi anni anche altre sfide, sostenuto da una intensa attività formativa, ad esempio – citando solo alcuni macro ambiti di mio interesse – in materia di Anticorruzione e Codice di Comportamento, di Project Management, e sul nuovo codice dei contratti (d.lgs. 36/2023).

L’ultima di queste sfide, in ordine temporale, ha riguardato la riorganizzazione delle strutture tecnico amministrative centrali e dipartimentali, messa in atto dalla Governance e dalla Direzione Generale, con l’obiettivo di disporre di strutture omogenee, capaci di facilitare l’attività di coordinamento, la condivisione delle buone pratiche e di ampliare la flessibilità organizzativa. La riorganizzazione, anche con l’individuazione di nuovi profili professionali e precise responsabilità, ha assegnato al personale tecnico amministrativo, dato il suo prezioso contributo alla qualità dei servizi dell’Ateneo, un ruolo meno esecutivo e più organizzativo-gestionale. Anche in tale circostanza, il personale, con il consueto senso di responsabilità e appartenenza, sta partecipando attivamente al processo di cambiamento in atto. Ovviamente, in questo percorso, non sono mancati e non mancheranno le criticità connesse all’implementazione del modello; criticità che sono state e, nel futuro, dovranno essere sempre più tempestivamente gestite, proprio nell’ottica di migliorarne l’applicazione per renderlo sempre più efficace e funzionale.

Oltre alla riorganizzazione, l’anno che ci lasciamo alle spalle si è poi anche caratterizzato per le numerose procedure di selezione pubblica che stanno provando ad attenuare l’annoso problema del sottodimensionamento del personale nelle varie strutture dell’Ateneo. L’obiettivo è quello di colmare i deficit di risorse maturati nel corso degli anni, attraverso l’inquadramento di profili competenti e capaci di avviare un progressivo ricambio generazionale, necessario per affrontare le nuove sfide che si preannunciano all’orizzonte, senza perdere di vista la necessaria programmazione del fabbisogno di personale atta a garantire la continuità aziendale. In questo dinamico contesto, vi è al contempo la necessità di ricordare che le carenze di personale sono state, negli anni, spesso affrontate con il ricorso a forme di lavoro flessibili, che hanno generato forme di precariato. Si tratta di una questione aperta, che deve essere affrontata con ragionevolezza e senso di responsabilità da parte della Governance, provando a offrire le giuste opportunità di inserimento strutturato alle persone che hanno maturato competenze a volte indispensabili per l’operato delle strutture.

Tanto, dunque, è stato fatto nel nostro Ateneo in questi anni, ma tanto resta ancora da fare. Incrollabile è stato, e incrollabile sarà il supporto del personale tecnico e amministrativo, che ha accolto con entusiasmo ogni nuova iniziativa scientifica o didattica. In particolare, mi preme sottolineare l’enorme sforzo organizzativo che ha richiesto l’implementazione della revisione dell’offerta didattica del nostro Ateneo, al quale il personale ha contribuito in modo decisivo, nelle attività di progettazione, promozione e orientamento. Quantificare e valorizzare questo impegno, e in generale l’impegno di qualsivoglia attività dell’Ateneo, non è facile. Ecco perché l’Ateneo deve puntare a rendere prioritaria la messa a regime di un equo sistema di valutazione, remunerazione e incentivazione, economica e professionale. Si tratta di una leva funzionale alla gestione strategica delle risorse umane; ma soprattutto di un doveroso riconoscimento alle competenze e agli sforzi delle lavoratrici e dei lavoratori tutti.

Da parte sua, il personale tecnico e amministrativo del nostro Ateneo, con la responsabilità, la diligenza e il senso di appartenenza che ha sempre dimostrato, continuerà a garantire il proprio contributo affinché l’Unical possa affrontare nuove sfide e svilupparsi in maniera sostenibile, consentendole di rispondere appieno all’obiettivo che si è posta sin dalla sua costituzione, ossia di “rappresentare una risorsa strategica per lo sviluppo del territorio, capace di creare prospettive di crescita culturale, sociale ed economica per i propri studenti e per le loro famiglie”.

Con quest’ultimo pensiero e nella consapevolezza che solo insieme, in maniera collaborativa e sinergica con l’intera comunità universitaria, questo Ateneo sarà in grado di raggiungere ulteriori obiettivi prestigiosi, desidero esprimere a nome di tutto il personale tecnico e amministrativo dell’Università della Calabria, l’augurio a tutte e a tutti di un buon inizio di anno accademico 2024-25.   

Grazie per l’attenzione.


Lectio Magistralis

CHIRURGIA DIGITALE: NUOVE FRONTIERE E PROSPETTIVE

Lectio Magistralis

Università della Calabria

Inaugurazione Anno Accademico 2024-2025

Magnifico Rettore, Egregi Colleghi, Cari Studenti, Illustrissimi Ospiti,

È per me un grande onore e un vero privilegio essere qui oggi, in questa solenne occasione di inaugurazione dell'anno accademico 2024-2025 presso l'Università della Calabria. Questo momento non è solo una celebrazione dei traguardi raggiunti, ma anche un'opportunità per riflettere insieme sulle sfide e sulle opportunità che ci attendono nel futuro.

Il tema scelto per questa Lectio magistralis mi è particolarmente caro, poiché ha guidato gran parte del mio  percorso professionale, influenzando profondamente la mia pratica clinica soprattutto negli ultimi 20 anni. Parliamo di un ambito che sta rivoluzionando il panorama medico e chirurgico: la digitalizzazione  in medicina, con un’attenzione particolare a innovazione tecnologica , robotica e formazione chirurgica. Questi elementi non rappresentano solo un avanzamento tecnologico, ma una trasformazione radicale nel modo in cui concepiamo la pratica clinica offrendo un netto  miglioramento della qualità delle cure ai pazienti. Stiamo vivendo  difatti,  un’epoca straordinaria caratterizzata da un’esplosione tecnologica senza precedenti, che sta cambiando radicalmente il panorama medico e chirurgico: la rivoluzione digitale che ha toccato profondamente la medicina in ogni suo aspetto.

In particolare, la chirurgia sta attraversando una trasformazione profonda grazie all'evoluzione tecnologica degli ultimi 30 anni. Dalle metodologie tradizionali, siamo passati all'era della chirurgia mininvasiva fino a raggiungere oggi la piena affermazione della cosiddetta "Chirurgia 4.0" o Chirurgia Digitale, che integra tecnologie avanzate come l'intelligenza artificiale (IA), la visualizzazione virtuale tridimensionale e la robotica avanzata. Queste innovazioni stanno ridisegnando il panorama chirurgico, portando a un significativo miglioramento della qualità delle cure, in tutte le sue dimensioni.

Il percorso verso l'era della chirurgia digitale è stato lungo e complesso, con radici che affondano in epoche molto antiche. Uno dei pionieri in questo campo è stato Leonardo da Vinci, che nel 1495 progettò L’Automa, un robot rudimentale con capacità di movimento. Sebbene l'obiettivo di quell'invenzione fosse diverso da quello della chirurgia, i principi di base della robotica erano già presenti, e oggi li ritroviamo nei sistemi robotici più avanzati, incluso quelli utilizzati in ambito chirurgico.

Nonostante queste radici antiche, il vero ingresso della robotica in chirurgia si è verificato però solo negli anni '80, con i primi passi verso l'integrazione tecnologica in ambito medico. Il 2000 ha segnato un momento cruciale con l'approvazione da parte della FDA delle prime piattaforme robotiche per l'uso clinico, inizialmente applicate in cardiochirurgia e chirurgia generale. Da allora, lo sviluppo tecnologico è stato costante, portando a una chirurgia sempre più precisa e sicura.

Questa evoluzione ha consentito di affrontare interventi chirurgici sempre più complessi, come quelli trapiantologici, e di estendere le possibilità d'uso della chirurgia robotica a diverse discipline, inclusa la chirurgia toracica. Dal 2001, quando è stata eseguita la prima lobectomia robotica per un tumore polmonare, i progressi tecnologici e parallelamente l’evoluzione della tecnica hanno avuto un impatto significativo sia sull’incremento delle indicazioni cliniche sia sulla qualità delle tecniche chirurgiche utilizzate.

Oggi abbiamo una chirurgia computer integrata dove il robot costituisce solo uno degli elementi di un vasto sistema sviluppato per una chirurgia sempre piu’ personalizzata grazie all’integrazione di  tecnologie avanzate come AI,  sistemi di ricostruzioni virtuali 3D, Big Data, matching Learning e molto altro. Tutto questo ha un impatto significativo soprattutto in campo oncologico  chirurgico dove ad esempio la   dissezione  linfonodale e’  cruciale ed e’ fattore determinante per la personalizzazione dei trattamenti post-operatori. I dati recentemente pubblicati mostrano chiaramente come la chirurgia robotica permetta di raggiungere risultati superiori in termini di qualità della dissezione linfonodale rispetto alle tecniche tradizionali, garantendo ai pazienti un trattamento oncologico più adeguato e quindi di ottenere quella che oggi viene definita medicina di precisione .

Se la chirurgia digitale sta migliorando la qualità dell’assistenza, essa sta anche rivoluzionando il modo in cui formiamo i chirurghi. In passato, l'insegnamento chirurgico avveniva quasi esclusivamente sul campo operatorio, con l’apprendimento basato su esperienze dirette e spesso limitato dal numero di interventi disponibili. Oggi, grazie alle nuove tecnologie digitali, il panorama è completamente cambiato.

Simulatori avanzati, piattaforme di realtà virtuale e fisica, e strumenti interattivi come gli occhiali di realtà aumentata, consentono ai chirurghi in formazione di sviluppare competenze avanzate in un ambiente sicuro e controllato. Il tutor può seguire “step by step “ il progresso del medico in formazione, riducendo il rischio di errori e migliorando la qualità dell’apprendimento. Grazie  a tutte queste tecnologie  , la formazione chirurgica non e’ piu concepita “one to one” ma One to a thousand”  ed estesa quindi  a una scala globale, permettendo ad un singolo docente di insegnare a migliaia di studenti contemporaneamente, anche in contesti geografici dove l’accesso alla formazione pratica è più limitato.

Questa trasformazione nella formazione è fondamentale, soprattutto se consideriamo il grave divario che esiste oggi tra la domanda e l’offerta di interventi chirurgici. Secondo la Lancet Commission, pubblicata nel 2015, ogni anno servirebbero ulteriori 143 milioni di interventi chirurgici nel mondo, oltre a circa 2,2 milioni di chirurghi, anestesisti e ostetriche per far fronte ai bisogni globali. Le nuove tecnologie potrebbero essere una risposta cruciale per colmare questo gap, rendendo la chirurgia di alta qualità accessibile a un numero maggiore di pazienti in tutto il mondo.

Guardando al futuro, è evidente che siamo solo all'inizio di una rivoluzione tecnologica che continuerà a trasformare la chirurgia. Nuove piattaforme robotiche stanno emergendo, come la chirurgia “Single port”, che consente di eseguire complessi interventi oncologici attraverso una sola incisione inferiore ai 3 cm  e sistemi di navigazione robotica intrabronchiale per la diagnosi precoce delle patologie polmonari.

La ricerca sta spingendo sempre più verso l’integrazione di sistemi di intelligenza artificiale e deep learning, con l’obiettivo di creare robot sempre più intelligenti e capaci di apprendere dall’interazione con l’essere umano. Uno degli sviluppi più promettenti è quello legato al feedback tattile nei sistemi robotici, che potrebbe permettere ai chirurghi di "sentire" ciò che stanno facendo attraverso il robot, migliorando ulteriormente la precisione. Questo e molti altri sono i campi di ricerca , tra questi uno particolarmente interessante e che rientra nel mio ambito di ricerca e’ lo sviluppo di sistemi di rilevamento sensoriale intracardiaco per il monitoraggio continuo e interattivo delle funzioni vitali. L'obiettivo è non solo migliorare la precisione delle operazioni, ma anche garantire un monitoraggio post-operatorio più accurato e personalizzato.

La rivoluzione digitale in chirurgia ha già portato a enormi progressi, e le prospettive future promettono un ulteriore miglioramento nella qualità delle cure.

Considerato il rapido avanzamento tecnologico e il forte “DNA digitale” che caratterizza l'Università della Calabria, sono convinta che esistano tutte le condizioni per una Leadership  anche nella ricerca medico-chirurgica

Le innovazioni in questo settore  stanno aprendo nuove prospettive per elevare l'efficacia degli interventi chirurgici. Questi progressi hanno un impatto diretto sulla qualità delle cure, contribuendo a migliorare gli esiti per i pazienti e ad aumentare l'efficienza dei sistemi sanitari. Le tecnologie avanzate non solo riducono i tempi di recupero e i costi delle cure, ma facilitano anche l'adozione di modelli organizzativi più innovativi, agendo così come un motore per l’evoluzione del settore sanitario.

In questo contesto, l'integrazione tra Università e Sistema sanitario si rivela fondamentale per garantire prestazioni sanitarie di elevata qualità. La collaborazione tra ricerca accademica e pratica clinica permette , infatti, di tradurre le scoperte scientifiche in innovazioni pratiche, migliorando continuamente le tecniche e i servizi offerti ai pazienti.

L'Università della Calabria, grazie a collaborazioni interdisciplinari tra ingegneria, informatica e medicina, ha le potenzialità per diventare un attore chiave nel miglioramento della qualità delle cure e del sistema sanitario, creando sinergie che ottimizzano l'efficacia dei trattamenti e promuovono l'eccellenza nella sanità.

Sono state queste le ragioni fondamentali che mi hanno portato a scegliere di lavorare a Cosenza.    

Volendo sintetizzare 3 sono i punti di forza per questa scelta

·        Innovazione e Ricerca: Sfruttare le nuove tecnologie e la collaborazione interdisciplinare per avanzare nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni mediche innovative.

·        Formazione e Insegnamento: Offrire opportunità di educazione e formazione avanzata per le future generazioni di medici e ricercatori.

·        Collaborazioni Cliniche e Impatto Locale: Integrare la ricerca accademica con la pratica clinica per migliorare le cure e avere un impatto positivo sulla comunità.

L'Università della Calabria , l’ho detto piu’ volte ed in piu’ contesti si distingue per la sua costante spinta all'innovazione, con un nuovo focus sulle nuove tecnologie in ambito medico, grazie alla nascente Facolta’ di Medicina e Chirurgia e delle Tecnologie Digitali. Un chirurgo interessato a lavorare in un ambiente all'avanguardia trova qui un ecosistema fertile per sviluppare progetti di ricerca in un contesto interdisciplinare di elevato profilo scientifico  che inevitabilmente impatta  sulla la qualità delle cure , particolarmente in chirurgia. Lavorare in un contesto accademico come quello dell'Università della Calabria offre la possibilità di contribuire direttamente alla formazione delle nuove generazioni di medici e ricercatori. Attraverso la docenza si  ha l'opportunità di trasmettere la propria esperienza , di partecipare a progetti educativi innovativi, e soprattutto lasciare un impatto duraturo sulla qualità dell'educazione medica, creando un ponte tra pratica clinica e accademia. Per ultimo, ma non in ordine di importanza, sono convinta che  l'Ospedale di Cosenza ,  in sinergia con l'Università, puo’ cambiare il paradigma e creare i presupposti per un polo d'eccellenza anche nel Sud Italia, con una forte attenzione alla sanità territoriale e alle esigenze della comunità locale. E’ dimostrato come la vicinanza e l'integrazione tra Ospedale e Università facilitino la traduzione delle scoperte accademiche in pratiche cliniche, consentendo ai professionisti di avere un impatto tangibile e positivo sui pazienti e sul territorio. Sono convinta che qui possano esserci tutte le potenzialita’ per realizzare un grande progetto, grazie anche al sostegno delle figure istituzionali presenti oggi. In particolare, desidero esprimere il mio profondo apprezzamento al Magnifico Rettore, il cui supporto è stato fondamentale per la mia decisione, stimolandomi e incoraggiandomi in maniera determinante. Voglio inoltre ringraziare il Presidente Occhiuto per la sua visione, per la sua disponibilità a sostenere un'iniziativa che va oltre le prospettive locali, e il Direttore Generale De Salazar, il cui entusiasmo e sostegno, nonostante le sfide da affrontare quotidianamente e che devo dire abbiamo in tutte le realta’ , inclusa quella mia  attuale  in Toscana, sono stati decisivi sin dall'inizio.

Il contributo di queste figure istituzionali è essenziale per il successo di un progetto ambizioso e innovativo, e sono certa che, con il loro sostegno, riusciremo a raggiungere risultati eccezionali.

Avvicinandomi alla conclusione, voglio pero ‘sottolineare con forza l'importanza della consapevolezza condivisa. Accettare questa sfida è stato per me un impegno profondamente motivato dalla fiducia nelle nostre capacità collettive. Sono convinta che solo attraverso un’efficace collaborazione e un impegno comune riusciremo a soddisfare pienamente le nostre aspettative. Il raggiungimento dei nostri obiettivi dipende dalla nostra capacità di lavorare insieme, unendo le forze e le competenze di ciascuno di noi. Sono certa che tutti insieme raggiungeremo gli obiettivi desiderati.

Vi ringrazio per l’attenzione e auguro un anno accademico ricco di successo e crescita. SLIDES


Intervento

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