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Anna Maria DE FRANCESCO - Professori Associati

Anna Maria DE FRANCESCO

Professori Associati

Georisorse minerarie e applicazioni mineralogico-petrografiche per l'ambiente e per i beni culturali (GEOS-01/D)


Contatti
Orario Ricevimento

Lunedì 9,30 -11,30

Anna Maria De Francesco è Professore di II fascia dal 2005 nel SSD GEO/09: Georisorse minerarie e applicazioni mineralogico-petrografiche per l'ambiente e i beni culturali.

Laureata in Scienze Naturali con lode, Ricercatore presso l’Università della Calabria dal 1984.

E’ titolare dei seguenti corsi:

Petrografia Applicata – Corso di Laurea Magistrale in Scienze Geologiche

Materiali Lapidei - Corso di Laurea Magistrale a ciclo unico in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali (LMR/02)

Componente del Dottorato di Ricerca TEACH - TECHNOLOGY APPLIED TO CULTURAL HERITAGE

Ha svolto la sua attività scientifica nell’ambito della Petrografia e della Petrografia Applicata, con

ricerche di tipo petrologico e geochimico su rocce magmatiche e metamorfiche.

Successivamente ha focalizzato le ricerche esclusivamente su tematiche inerenti l’Archeometria applicata ai Beni Culturali, con particolare interesse per gli studi di provenienza dei materiali utilizzati in manufatti di interesse archeologico e storico.

Linea di ricerca principali:
- Ottimizzazione e applicazione di metodologie analitiche non distruttive tramite Fluorescenza a raggi X per risalire alla provenienza delle ossidiane archeologiche.

- Provenienza delle materie prime e tecnologia di produzione di ceramiche antiche.

L’ottimizzazione e l’applicazione della metodologia analitica non distruttiva tramite Fluorescenza a raggi X sulle ossidiane archeologiche ha permesso l’attribuzione di migliaia di frammenti di ossidiane di numerosi siti archeologici italiani, europei e sudamericani.

Nell’ambito delle ricerche sulla provenienza delle materie prime utilizzate per la produzione dei vetri e delle ceramiche di numerosi siti archeologici calabresi e di altre regioni italiane, l’applicazione di numerose metodologie analitiche ha permesso di risalire non solo alle materie prime ma anche agli aspetti tecnologici della loro produzione.

 

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Anna Maria De Francesco è Professore Associato confermato nel settore disciplinare GEO/09. (GEORISORSE MINERARIE E APPLICAZIONI MINERALOGICO- PETROGRAFICHE PER L'AMBIENTE ED I BENI CULTURALI) - è componente della Giunta del Gruppo Nazionale Georisorse, Ambiente e Beni Culturali da Dicembre 2009 - socio dell’Associazione Italiana di Archeometria. - Membro del Comitato organizzatore della Giornata dei Giovani ricercatori 14 Giugno 2010 a Roma. L'attività di ricerca del Responsabile dell’unità di ricerca di Cosenza è incentrata prevalentemente su aspetti metodologici e analitici nel settore dell'Archeometria. Le linee di ricerca principali sono: 1) verifica di una nuova metodologia analitica non distruttiva in Fluorescenza X per risalire alla provenienza delle ossidiane archeologiche; 2) provenienza dei materiali utilizzati per la produzione di ceramiche e vetri di interesse archeologico e storico, nella costruzione di monumenti storici e per il preparazione delle malte antiche; Nell’ambito di studi sulla provenienza delle ossidiane archeologiche è stata ottimizzata una nuova metodologia analitica non distruttiva in Fluorescenza X, basata sulle intensità dei raggi X (e non sulle concentrazioni assolute) di alcuni elementi in tracce selezionati, ottenute sui frammenti integri di ossidiana, che consente di risalire alla provenienza delle ossidiane archeologiche. Tale metodo essendo poco costoso e di rapida applicazione consente, in tempi decisamente ridotti, di analizzare un elevato numero di campioni senza dover effettuare scelte che a volte possono escludere i frammenti più significativi, ed inoltre è utilizzabile anche nel caso di ossidiane molto piccole. I rapporti di intensità dei raggi X sono del tutto comparabili con le concentrazioni assolute e quindi può essere utilizzato per la creazione di diagrammi di discriminazione che ci permettono di attribuire theprovenance di sconosciuti reperti archeologici di ossidiana. Tale metodologia è stata applicata con successo a numerosi di siti archeologici Neolitici italiani della Toscana, Friuli, Marche, Abruzzo, Lazio Campania, Puglia e Calabria, ma anche della Francia Meridionale, della Corsica, della Transilvania e dell’America Meridionale (Argentina e Cile). L’altra linea di ricerca è rivolta a problematiche più generali di provenienza delle materie prime utilizzate per la produzione di ceramiche e vetri di interesse archeologico e storico, nella costruzione di monumenti storici e per la preparazione delle malte antiche. Sono stati infatti studiati reperti ceramici rinvenuti in siti archeologicici dell’Età del Bronzo e dell’Età Ferro (Grotta dei Valloni e Torre Mordillo in Calabria), siti neolitici (Baselice in Campania), laterizi e ceramiche degli scavi dell’antica città di Sibari. I problemi principali affrontati sono relativi alla provenienza delle materie prime utilizzate per gli impasti ceramici, ma hanno riguardato anche le temperature di cottura e il grado tecnologico della produzione ceramica. La provenienza è stata determinata per confronto con le potenziali materie prime (argille e sabbie) presenti nelle aree in prossimità dei siti archeologici. Attualmente è impegnata in ricerche volte all’individuazione delle produzioni ceramiche antiche della Sibaritide, in Calabria centro settentrionale dove sono state ritrovate numerose fornaci antiche (Montegiordano, Sibari, Castiglione di Paludi). Lo studio, in particolare, è focalizzato sulle ceramiche del sito archeologico di Francavilla Marittima (CS), a causa della grande produzione ceramica presente e dell'importante ruolo che esso riveste nella colonizzazione greca in Italia. Lo studio petrografico, l’analisi diffrattometrica a raggi X (XRD), le analisi chimiche degli elementi maggiori e minori tramite Fluorescenza a raggi X (XRF), la microanalisi in microscopia elettronica (SEM), con lo scopo di determinare gli elementi chimici caratterizzanti i diversi impasti ceramici e i pigmenti usati per le decorazioni, hanno permesso la distinzione delle diverse tipologie ceramiche e del grado tecnologico della produzione raggiunto . Il confronto con le materie prime locali ha permesso anche l’attribuzione della provenienza di alcune classi ceramiche alle possibili fornaci di produzione. Sempre nell’ambito di studi sulla provenienza dei materiali sono stati condotti numerosi studi di tipo archeometrico sulle malte antiche di manufatti storici calabresi, in prevalenza di epoca bizantina, bizantino-normanna e medioevali. Lo studio petrografico e geochimico di dettaglio dei materiali lapidei impiegati nella costruzione di numerosi monumenti di epoca Bizantino-Normanna di Santa Severina (Crotone), S. Sosti (CS) ha permesso la determinazione delle aree di prelievo dei materiali lapidei utilizzati, con sorprendenti risultati sull’origine non locale di alcuni dei litotipi.
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