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Filomena CONFORTI - Professori Associati

Filomena CONFORTI

Professori Associati

Biologia farmaceutica (BIOS-01/D)


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Formazione: Laurea in Farmacia (1998) presso l'Università della Calabria (UNICAL), Specializzazione in Patologia Clinica (2003). Assegno di ricerca biennale (2004-2005). Da maggio 2006 Ricercatore Universitario per il SSD BIO/15 presso l'UNICAL. Attività di ricerca: l'attività di ricerca è stata incentrata su: -caratterizzazione fitochimica di piante di particolare interesse per il settore salutistico mettendo a punto metodiche estrattive ed analitiche: TLC, HPTLC, GC, GC-MS, HPLC, NMR. -valutazione dell'attività biologica di fitocomplessi, frazioni e composti puri. Tali indagini sono state sviluppate su diverse linee cellulari ed incentrate sulla determinazione di parametri quali crescita, aspetti morfo-funzionali, citotossicità, inibizione enzimatica (colinesterasi, amilasi, glucosidasi, nitrossido sintasi, lipasi), fototossicità e attività antiossidante. Collaborazioni: collabora con centri di ricerca quali: Centre for Bioactivity Screening of Natural Products, King's College, UK; Laboratoire de Pharmacognosie, Université Descartes, Paris; Laboratoire de Pharmacognosie, de Bromatologie et de Nutrition Humaine, Université Libre de Bruxelles, Belgique; School of Traditional Chinese Pharmacy, China Pharmaceutical University. Progetti di ricerca: Partecipa ed ha partecipato a diversi progetti di ricerca, gli ultimi in corso sono: 1.PRIN 2009; 2.POR Calabria 2009/2013. Pubblicazioni: L'attività di ricerca svolta ha prodotto 129 pubblicazioni: 56 comunicazioni a congressi, 69 articoli pubblicati su riviste internazionali indicizzate, 1 capitolo su libro a carattere internazionale e 3 libri a carattere nazionale. Attività didattica: Titolare dal 2003 del corso di Botanica Farmaceutica del Dip. di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione. Affiliazioni: E' membro del collegio del dottorato in Ambiente, Salute e Processi Ecosostenibili. Iscritta alle seguenti società: SIF, GA, PSE e SINut. Editorial Advisory Board per la rivista E-Journal of Chemistry
Dati Personali: • Data Di Nascita: 03.07.1972 • Luogo di Nascita: Rende (CS) • Residenza: Via Trieste, 15 – 87040 Montalto Uffugo (CS) Studi e Formazione: 1998 - Laurea in Farmacia - Università della Calabria 2003 - Specializzazione in Patologia Clinica - Università della Calabria Carriera Accademica: 2003-2012 - Professore a contratto presso la Facoltà di Farmacia dell’Università della Calabria. 2006 – ad oggi - Ricercatore SSD BIO/15 – Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università della Calabria. 31/12/2015 - ad oggi - Professore Associato SSD BIO/15 – Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione, Università della Calabria. Incarichi di Facoltà/Dipartimento: 2007 - 2013 - Membro della commissione della Facoltà di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute per lo svolgimento dei tirocini. 2013 - ad oggi - Presidente della commissione del Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione per lo svolgimento dei tirocini. Principali interessi di ricerca: - Caratterizzazione fitochimica di fitocomplessi, ottenuti mediante differenti metodiche estrattive, e valutazione biologica di piante usate nella medicina popolare (etnobotanica); - Valutazione dell’attività biologica in vitro di oli essenziali in funzione della loro composizione fitochimica. Studio dell’attività biologica ascritta alle droghe studiate dalle medicine popolari e tradizionali; - Caratterizzazione fitochimica e valutazione dell’attività biologica di piante erbacee spontanee di uso alimentare (alimurgiche) nella tradizione popolare, e di piante coltivate. - Valutazione significato chemotassonomico delle sostanze isolate in relazione alla definizione dei caratteri distintivi di biodiversità dei composti identificati. Esperienza di ricerca all’estero e collaborazioni scientifiche Dal 1998 – ad oggi - Laboratorio di Fitofarmacia diretto dal Prof. Francesco Menichini del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell'Università della Calabria. 2001 - Visiting research scientist (Aprile - Giugno) Laboratory of Pharmacognosy, Department of Pharmacy, King’s College of London, United Kingdom per lo studio di piante ad attività antiossidante e citotossica. 2001- ad oggi - Collaborazione scientifica con il Laboratory of Pharmacognosy, Department of Pharmacy, King’s College of London, United Kingdom per lo studio di piante ad attività antiossidante e citotossica. Collaborazione scientifica con il Laboratorio di Farmacognosia presso la Facoltà di Farmacia dell’Università Renè Descartes (Paris V) di Parigi; Collaborazione scientifica con il gruppo di ricerca diretto dal Prof. Pierre Duez, Laboratoire de Pharmacognosie, de Bromatologie et de Nutrition Humaine, Université Libre de Bruxelles, Belgique; Collaborazione scientifica con il gruppo di ricerca diretto dal Dr. A. Saab, Department of Chemistry, Faculty of Sciences II, Lebanese University, Beirut, Lebanon; Collaborazione scientifica con School of Traditional Chinese Pharmacy, laboratory of Method of Development and optimization of Extraction of Medicinal Plants diretto dal prof. Kong, Ling-Yi, China Pharmacutical University – Nanchino (Repubblica Popolare Cinese). PROGETTI DI RICERCA 2000/2001 Collaborazione Scientifica nell’ambito del Progetto POM B29- Programma Operativo Multiregionale – Misura 2: Innovazione Tecnologica e Trasferimento dei Risultati della Ricerca “Caratterizzazione della Biodiversità di Piante di Interesse Farmaceutico della Calabria e della Sardegna” finanziato dalla Comunità Europea in collaborazione con il Ministero per le Politiche Agricole e Forestali e l’Istituto Nazionale di Economia Agraria. 2003/04 - Progetto “Biodiversità di piante di interesse farmaceutico coltivate in Calabria (Glicyrrhiza glabra L.), e modificazione strutturale di markers ad alto valore aggiunto”, finanziato dalla fondazione CARICAL. 2003/04 - Progetto “Studio finalizzato alla produzione di molecole d’interesse farmaceutico a partire dalla Liquirizia (Glycyrrhiza glabra L.)”, finanziato dall’Ente Provincia di Cosenza. 2005/07 - Progetto “Valutazione fitochimica e biologica di specie agrumarie endemiche calabresi: biodiversità e caratterizzazione del profilo neurofarmacologico”, finanziato dalla Regione Calabria. 2007/10 - Progetto CITROMED “Valutazione fitochimica e biologica del Cedro (Citrus medica L. var. liscio Diamante): biodiversità, prospettive farmaceutiche, cosmetologiche ed alimentari”, finanziato dal CRA-ACM, Centro di Ricerca per l’Agrumicoltura e le colture mediterranee. 2008/2009 Collaborazione Scientifica nell’ambito del Progetto Ministero della Salute - Programma per la Ricerca 2007 sui Farmaci, sulle Sostanze e Pratiche Mediche Utilizzabili a Fini di Doping nelle Attivita’ Sportive- “Sostanze di origine naturale e affini a carattere dopante: nuove metodologie di rilevazione e creazione di una banca dati identificativa. Indagine epidemiologica in atleti dilettanti”. 2008/2010 Collaborazione Scientifica nell’ambito del Progetto congiunto Università della Calabria e Università Mediterranea di RC finanziato dall’Assessorato all’Agricoltura della Provincia di Reggio Calabria dal titolo: “Galanthus reginae olgae come fonte di galantamina”. 2009/2012 Collaborazione Scientifica nell’ambito del Progetto “Introduzione in coltura di piante alimurgiche della tradizione popolare Calabrese” finanziato dalla Regione Calabria. 2011/2013 Collaborazione scientifica nell’ambito del Progetto PRIN 2009 dal titolo “Analisi metabolomica di piante medicinali usate nella tradizione Ayurvedica: fingerprint fitochimico e biologico di estratti, principi attivi isolati di origine naturale e loro modificazioni strutturale” finanziato dal MIUR. 2011 Collaborazione Scientifica nell’ambito del Progetto “Il carciofo selvatico (Cynara cardunculus subsp. cardunculus) come fonte di principi attivi ad attività antiproliferativa nella leucemia mieloide cronica” finanziato dall’Assessorato all’Agricoltura della Provincia di Reggio Calabria. Pubblicazioni Autore di 172 Pubblicazioni di cui: 89 articoli su riviste internazionali, 78 comunicazioni a congressi nazionali ed internazionali, 1 capitolo su libro a carattere internazionale e 3 libri a carattere nazionale. Appartenenze a società e comitati scientifici • Società Italiana di Fitochimica e delle Scienze delle Piante Medicinali, Alimentari e da Profumo (SIF) (Membro Consiglio Direttivo per il triennio 2013-2015. Rieletta per il triennio 2016-2018). . Phytochemical Society of Europe (PSE). . Società Botanica Italiana (SBI). EDITORIAL BOARD MEMBER - E-Journal of Chemistry – ISSN: 2090-9063 - Hepatoma Research - Journal of Biochemistry & Pharmacology – ISSN: 2167-0501 - Journal of Analytical Methods in Chemistry - ISSN: 2090-8865 Peer Reviewer Ad hoc reviewer per: • Archiv der Pharmazie • Journal of Medicinal Food • Food Chemistry • Journal of Enzyme Inhibition and Medicinal Chemistry • Plant Food for Human Nutrition • Archiv der Pharmazie • European Food Research and Technology • Brazilian Journal of Medical and Biological Research • Fitoterapia • Food Chemistry • Journal of Enzyme Inhibition and Medicinal Chemistry • Journal of Food Composition and Analysis • Journal of Medicinal Food • Natural Product Communication • Pharmacological Research • Plant Food for Human Nutrition • Bioorganic and Medicinal Chemistry Letters • Journal of Agricultural and Food Chemistry • Mini-review in Medicinal Chemistry • Natural Product Research • Food and Chemical Toxicology • Molecules • Pharmaceutical Biology • Journal of Food Biochemistry DATI STATISTICI SULLA PRODUZIONE SCIENTIFICA Numero totale pubblicazioni 172 Di cui 78 comunicazioni a congressi 89 articoli su riviste internazionali 1 Editorial 1 capitolo su libro internazionale 3 Libri a carattere nazionale IF cumulativo (somma dei valori di IF di ogni articolo (85)) = 170.6 IF medio (IF tot/n articoli = 170.6/88) = 1.94 Articoli come primo autore = 33 Articoli come ultimo autore = 14 Articoli come autore di corrispondenza = 49 H-INDEX (Hirsch Number): 23 (Scopus) Citations: 1744 (88 articoli - Scopus) Media citazioni (tot citazioni/n. articoli): 19.8 ATTIVITÀ DIDATTICA Insegnamento di Corsi di Studio Accademici – Università della Calabria A.A. 2004– 2005 Botanica Farmaceutica Applicata I (5 CFU) Corso di Laurea in Tossicologia dell’Ambiente, Facoltà di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute. Botanica Farmaceutica Applicata II (5 CFU) Corso di Laurea in Tossicologia dell’Ambiente, Facoltà di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute. A.A. 2005– 2006 Botanica Farmaceutica Applicata (7 CFU) Corso di Laurea in Tossicologia dell’Ambiente, Facoltà di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute. A.A. 2006– 2007 Botanica Farmaceutica Applicata (7 CFU) Corso di Laurea in Tossicologia dell’Ambiente, Facoltà di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute. A.A. 2007– 2008 Botanica Farmaceutica Applicata (7 CFU) Corso di Laurea in Tossicologia dell’Ambiente, Facoltà di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute. A.A. 2008– 2009 Botanica Farmaceutica Applicata (7 CFU) Corso di Laurea in Tossicologia dell’Ambiente, Facoltà di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute. A.A. 2009– 2010 Ricerca e Sviluppo di Fitoterapici (5 CFU) Corso di Laurea in Informazione Scientifica sul Farmaco, Facoltà di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute. Prodotti di Fitocosmesi I (5 CFU) Corso di Laurea in Tecnologie dei Prodotti Cosmetici, Facoltà di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute. A.A. 2010– 2011 Botanica Farmaceutica Applicata (7 CFU) Corso di Laurea in Tossicologia dell’Ambiente, Facoltà di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute. Botanica Farmaceutica Applicata (3 CFU) Corso di Laurea in Informazione Scientifico sul Farmaco e Prodotti per la Salute, Facoltà di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute. A.A. 2011– 2012 Botanica Farmaceutica Applicata (3 CFU) Corso di Laurea in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, Facoltà di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute. Integratori Alimentari di Origine Vegetale(3 CFU) Corso di Laurea in Scienze della Nutrizione Magistrale, Facoltà di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute. A.A. 2012– 2013 Professore a contratto Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione, Università della Calabria. corso di Botanica Farmaceutica (6 CFU) per il corso di Laurea in Farmacia. A.A. 2012– 2013 Docente Master II livello: L’integrazione Nutraceutica: dal benessere alla cura Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione, Università della Calabria. Principi attivi di origine vegetale: estrazione e caratterizzazione fitochimica e biologica. 2012 Commissione per gli Esami di stato di abilitazione all’esercizio della professione di Farmacista Università della Calabria, Via P. Bucci, 87036 Arcavacata di Rende (CS) Componente A.A. 2013– 2014 Professore a contratto Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione, Università della Calabria. corso di Botanica Farmaceutica (6 CFU) per il corso di Laurea in Farmacia. A.A. 2014– 2015 Professore a contratto Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione, Università della Calabria. corso di Ricerca e sviluppo di fitoterapici e fitocosmetici (6 CFU) per il corso di Laurea in Informazione Scientifica sul farmaco e Prodotti per la Salute. A.A. 2014– 2015 Docente per il progetto di Formazione PON 01_00293 “Formazione di ricercatori altamente qualificati esperti in emulsioni innovative a base olio d’oliva” Dipartimento di Ingegneria Informatica, Modellistica, Elettronica e Sistemistica, Università della Calabria. Docente in regime di cofinanziamento dell’attività formativa: “Analisi biologica di principi attivi di origine vegetale” (20 ore). A.A. 2015– 2016 Docente Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione, Università della Calabria. corso di Botanica Farmaceutica (3 CFU) per il corso di Laurea in Farmacia. Settore Bio/15 – Biologia Farmaceutica A.A. 2016– 2017 Docente Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione, Università della Calabria. corso di Botanica Farmaceutica (3 CFU) per il corso di Laurea in Farmacia. Settore Bio/15 – Biologia Farmaceutica A.A. 2016– 2017 Docente Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione, Università della Calabria. corso di Fitofarmacia (6 CFU) per il corso di Laurea in Farmacia. Settore Bio/15 – Biologia Farmaceutica A.A. 2016– 2017 Docente Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione, Università della Calabria. corso di Fitofarmacia (3 CFU) per il corso di Laurea in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche. Settore Bio/15 – Biologia Farmaceutica ALTRE ATTIVITA’ DIDATTICHE • 2005 – Docente per il corso post qualifica di “Preparazione di ricette da erbe” presso l’Istituto Professionale per l’Ambiente e l’Agricoltura “F. Todaro” sito in Settimo di Rende (CS). • 2006 – Docente per il corso post qualifica di “Erbe aromatiche in cucina” presso l’Istituto Professionale per l’Ambiente e l’Agricoltura “F. Todaro” sito in Settimo di Rende (CS). • Membro del Collegio dei Docenti del Dottorato di Ricerca in “Ambiente, Salute e Processi Ecostenibili” dal 2006. Tesi di Laurea Dal 1998 al 2011 è stata relatore e/o co-relatore di numerose tesi nei seguenti Corsi di Laurea e di Specializzazione: • sperimentali: Chimica e Tecnologia Farmaceutiche e Farmacia; • compilative: Farmacia; • compilative: Scienze della Nutrizione; • compilative: Tossicologia dell’Ambiente; • sperimentali: Scuola di Specializzazione in Patologia Clinica. Commissioni di esame Ha fatto parte di commissioni d’esame per: • sedute di Laurea per i diversi corsi di Laurea della Facoltà di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute, Università della Calabria; • ammissione corsi di Dottorato di Ricerca. ATTIVITÀ SCIENTIFICA Attività Scientifica L’attività di ricerca svolta dalla Dott.ssa Filomena Conforti è stata realizzata in collaborazione con il Prof. Francesco Menichini (Università della Calabria) ed in stretta interazione con gruppi di ricerca italiani e stranieri Linee di ricerca: - Caratterizzazione fitochimica di fitocomplessi, ottenuti mediante differenti metodiche estrattive, e valutazione biologica di piante usate nella medicina popolare (etnobotanica); - Valutazione dell’attività biologica in vitro di oli essenziali in funzione della loro composizione fitochimica. Studio dell’attività biologica ascritta alle droghe studiate dalle medicine popolari e tradizionali; - Caratterizzazione fitochimica e valutazione dell’attività biologica di piante erbacee spontanee di uso alimentare (alimurgiche) nella tradizione popolare, e di piante coltivate. - Valutazione del significato chemotassonomico delle sostanze isolate soprattutto in relazione alla definizione dei caratteri distintivi di biodiversità dei composti identificati. SINTESI DELLE PRINCIPALI LINEE DI RICERCA E DEI RISULTATI CONSEGUITI L’attività di ricerca (rappresentata da 52 pubblicazioni scientifiche) è stata orientata allo screening fitochimico e biologico di piante medicinali e alimentari, appartenenti alla flora calabrese o del bacino del mediterraneo. Le ricerche condotte hanno inteso evidenziare correlazioni esistenti tra il contenuto fitochimico e la particolare attività biologica presentata, evidenziando al contempo, eventuali nuovi possibili impieghi nel settore farmaceutico, cosmetologico ed alimentare. 1. Caratterizzazione fitochimica di fitocomplessi, ottenuti mediante differenti metodiche estrattive, e valutazione biologica di piante usate nella medicina popolare Lo studio delle piante, selezionate da botanici ed etnobotanici locali, ha seguito approcci diversi. In alcuni casi ha previsto lo screening biologico dei diversi tipi di estratto grezzo, il frazionamento degli estratti risultati attivi ed il successivo isolamento dei composti responsabili dell’attività. In altri, ha richiesto il frazionamento degli estratti, l’isolamento sistematico dei metaboliti presenti, la caratterizzazione strutturale dei metaboliti isolati e la successiva valutazione delle attività biologiche, sia sulla base delle indicazioni di uso delle piante sia in considerazione della struttura chimica dei composti isolati. Le specie spontanee della flora calabrese, ivi comprese le piante edibili, specie usate da secoli nella medicina popolare, nella cosmesi e nell'alimentazione, sono ricche di terpenoidi, flavonoidi, alcaloidi, pigmenti, polifenoli, fitosteroli, acidi grassi insaturi, che hanno un ruolo importante nella prevenzione di numerose patologie e nel mantenimento del benessere. Tra i principali componenti investigati i composti polifenoli hanno avuto particolare rilevanza; infatti, la produzione scientifica ha, da sempre, privilegiato aspetti legati alla presenza di polifenoli nella componente non nutrizionale della flora studiata. Di particolare interesse sono state le proprietà antiossidanti dei polifenoli. L'interesse per i composti antiossidanti deriva dall'osservazione del loro ruolo nella modulazione della produzione dei radicali liberi che, impedendo le reazioni di ossidazione determinano una forte riduzione dei fattori di rischio in molte malattie croniche degenerative, quali il cancro e il morbo di Alzheimer. Al fine di determinare l’attività antiossidante di estratti grezzi, porzioni di essi e di singoli composti isolati, sono stati messi a punto ed eseguiti saggi per la determinazione quantitativa del contenuto di polifenoli totale, e questo dato è stato usato per giustificare il loro coinvolgimento nell’attività antiossidante/radical scavenging investigata attraverso il DPPH test, -carotene bleaching test, il TBA test e attraverso la valutazione dell’inibizione della produzione di nitrossido. L’attività di molti composti polifenolici, e conseguentemente degli estratti delle specie che li contengono, si è mostrata particolarmente interessante, oltre che per la già citata attività antiossidante, anche per la possibilità di inibire alcuni enzimi coinvolti nella degradazioni di zuccheri complessi e, quindi, nel loro assorbimento. Proprio per questa attività, tali enzimi sono considerati coinvolti nell’eziopatogenesi di malattie quali il diabete o l’obesità e la loro inibizione costituisce un primo esempio di cura o trattamento preventivo. In condizioni normali l’interazione dei radicai liberi con le molecole costitutive delle strutture biologiche è prevenuta dai sistemi enzimatici antiossidanti endogeni. Quando l’equilibrio viene compromesso il danno citotossico diventa inevitabile e si produce tanto sulle membrane cellulari quanto sul DNA. È stato quindi ipotizzato che le lesioni istopatologiche corticali tipiche della malattia di Alzheimer siano una conseguenza dello stress ossidativo e dell’accumulo di radicali liberi che incrementano i livelli di perossidazione lipidica, con un conseguente danno delle membrane neuronali La scoperta che nella malattia di Alzheimer il deterioramento delle funzioni cognitive è dovuto alla minore presenza del neurotrasmettitore acetilcolina, che è presente in grandi quantità nelle cellule neuronali del cervello, ha permesso di portare avanti gli studi su farmaci (chiamati "colinergici"), che migliorassero la trasmissione colinergica, ovvero, usare inibitori delle colinesterasi, enzimi che metabolizzano l'acetilcolina e la butirrilcolina. Le possibili strategie di trattamento nella malattia di Alzheimer riguardano infatti l’individuazione di AChE-I, agonisti muscarinici o nicotinici, modificanti il processo di sintesi o rilascio dell’APP e l’utilizzo di estrogeni, antiossidanti e antinfiammatori. Molti estratti di origine naturale mostrano un’interessante attività di inibizione dell’acetilcolinesterasi, soprattutto in ragione della presenza di composti a struttura polifenolica e flavonoidica in particolare. Una parte rilevante della ricerca di nuovi principi attivi si è concentrata negli ultimi quaranta anni su agenti in grado di prevenire o trattare il cancro. Questo non sorprende poiché il cancro è in tutto il mondo una delle cause maggiori di morbilità e mortalità umana. Chemioterapia, chirurgia e radioterapia sono i principali approcci per il trattamento clinico del cancro, usati sia singolarmente sia in combinazione. I progressi più recenti in questo campo includono anche la sintesi di peptidi e proteine mediante l’utilizzo della tecnica del DNA ricombinante e quella degli anticorpi monoclonali. Farmaci antineoplastici ideali dovrebbero essere capaci di distruggere soltanto le cellule neoplastiche, senza danneggiare le cellule dei tessuti normali, in particolare le cellule di tessuti critici come midollo osseo e il tratto gastrointestinale, che hanno una alta velocità di proliferazione cellulare. Sfortunatamente, pochi farmaci correntemente disponibili ottemperano a questo criterio, e un indice terapeutico favorevole spesso indica solo che i benefici sopravanzano di poco la tossicità. Molteplici specie vegetali sono state impiegate da secoli nel tentativo di curare malattie tumorali e continuano oggi a giocare un ruolo importante tra i più recenti progressi nel campo della terapia tumorale. Prodotti di origine naturale ampiamente utilizzati in clinica sono vincristina e vinblastina, palitaxel e taxotere, etoposide e teniposide. Nonostante questi successi, la ricerca di nuovi agenti antitumorali è quanto mai attiva. In questo ambito si inserisce il lavoro di ricerca svolto nel triennio 2006-2010. In particolare è stato condotto uno studio sulla valutazione dell’attività biologica dei fitocomplessi ottenuti da particolari specie di Senecio. I risultati ottenuti dallo studio di queste specie, che crescono spontaneamente in Calabria, hanno evidenziato che i principi attivi per cui queste specie si caratterizzano sono alcaloidi pirrolizidinici, ma negli estratti sono presenti anche composti polifenolici, steroidici e terpenici. La valutazione dell’attività biologica dei vari fitocomplessi ha messo in evidenza che sia l’estratto metanolico che la frazione in acetato di etile del Senecio gibbosus subsp. gibbosus possiedono attività radical scavenging con valori di IC50 di 22 e 10 g/ml e attività di inibizione della proliferazione di cellule tumorali umane (MCF-7 e LNCaP) con valori di IC50 di 63 e 64 g/ml. Gli estratti del Senecio inaequidens e del Senecio vulgare sono stati testati per valutarne l’attività antiossidante, l’attività antiproliferativa e l’attività di inibizione dell’enzima -amilasi. Dai risultati è emerso che gli estratti del Senecio inaequidens possiedono un’attività antiossidante maggiore rispetto agli estratti del Senecio vulgare. L’estratto metanolico e in diclorometano del Senecio vulgare e l’estratto in n-esano del Senecio inaequidens possiedono attività di inibizione della proliferazione su cellule tumorali umane Caco-2 (colorectal adenocarcinoma). Cinque specie diverse di Senecio (S. ambiguus subsp. ambiguus, S. gibbosus subsp. gibbosus, S. leucanthemifolius, S. inaequidens e S. vulgaris) sono state infine testati per valutare l’attività di inibizione dell’enzima ACE. L’estratto metanolico di S. ambiguus subsp. ambiguus ha evidenziato una percentuale di inibizione di 45.72%. Da questo estratto è stata ottenuta la frazione in n-esano che ha mostrato 52.89% di inibizione dell’enzima. Questa attività può essere dovuta alla presenza di composti poco polari quali: acido linoleico, acido palmitico, alfa-tocoferolo, e alfa-amirina e campesterolo. Sono state investigate due specie di Hypericum che crescono selettivamente in Calabria e che non erano mai state prima d’ora soggette a studi né fitochimici né biologici. La prima pianta studiata è stata l’Hypericum triquetrifolium Turra, pianta che appartiene alla famiglia delle Hypericaceae ed è tradizionalmente utilizzata per i suoi effetti sedativi, antinfiammatori e antisettici. Sui composti polifenolici isolati dall’estratto metanolico di questa pianta sono stati condotti studi di inibizione della proliferazione cellulare su quattro linee tumorali umane COR-L23, ACHN, C32, HepG-2. Il composto I3-II8-biapigenina ha mostrato la più alta attività citotossica sulle cellule C32 e COR-L23 rispettivamente con valori IC50 di 5.73 microg/ml and 37.42 microg/ml. Il kaempferol-3-O-glycoside ha mostrato un’attività simile sia sulle cellule CORL-23 che sulle ACHN con valori di IC50 di 22.06 microg/ml e 20.06 microg/ml. Altra specie di Hypericum sottoposta a studio fitochimico e biologico è stata l’Hypericum calabricum Sprengel, sempre appartenete alla famiglia delle Hypericaceae. Dalle parti aeree di questa pianta è stato ottenuto un estratto totale sul quale è stato determinato il contenuto di ipericine (hypericin e pseudohypericin), iperforine, flavonoidi (rutina, hyperoside, isoquercetrina, quercitrina, quercetina e biapigenina) e acido clorogenico. L’estratto ha evidenziato una potente attività antiossidante con un valore di IC50 di 1.6 microg/ml e una significativa attività di inibizione della produzione di nitrossido (IC50 di 102 microg/ml). Per la Cardamine battagliae (Cruciferae), un endemismo calabrese del genere Cardamine, è stata invece condotta un’estrazione per macerazione ed è stata valutata l’attività di inibizione di particolari enzimi coinvolti nella degradazioni di zuccheri complessi e, quindi, nel loro assorbimento. In modo particolare si sono segnalate l’attività della porzione di estratto totale solubile in esano e quella solubile in diclorometano che, a concentrazioni di 1 mg/ml, hanno mostrato una percentuale di inibizione della alfa-amilasi quasi totale. Sugli estratti della C. battagliae sono stati eseguiti anche dei saggi per valutare l’attività antiossidante. La frazione in acetato di etile ha mostrato la più alta attività radical scavenging con un valore di IC50 di 162 microg/ml, mentre la frazione in diclorometano ha evidenziato la più alta attività di inibizione della perossidazione lipidica con un valore di IC50 di 4 microg/ml. Varie specie di Centaurea (Asteraceae) sono state usate come rimedi per trattare febbre, diabete e come diuretici. Per la prima volta è stata valutato il contenuto in principi attivi e alcune attività biologiche della Centaurea centaurium L. Dalle radici di questa pianta è stata condotta un’estrazione che ha portato all’ottenimento di diverse frazioni che sono state testate per l’attività antiossidante, citotossica e di inibizione dell’enzima alfa-amilasi. La frazione fenolica ha mostrato la più elevata attività radical scavenging sul DPPH (IC50 di 57 microg/ml) e attività di inibizione della perossidazione lipidica (IC50 di 5 microg/ml). La frazione in n-esano ha mostrato la più alta attività di inibizione dell’enzima alfa-amilasi (IC50 di 158 microg/ml). In questa frazione i componenti più abbondanti sono acidi grassi e terpeni quali cypirene, beta-zingibirene, alfa-farnesene, alfa-santalene, gamma-bisabolene, alfa-himachalene e azulene. Sul Physospermum verticillatum (Waldst & Kit) (Apiaceae) è stato studiato al fine di isolare ed identificare particolari principi attivi dalle radici. Il lavoro ha portato all’isolamento ed all’identificazione di 3 saponine: saikosaponin a, buddlejasaponin IV e songarosaponin D. Sulla saikosaponin a è stata operata un’idrolisi al fine di ottenere la molecola agliconica saikosapogenin a. Tutti i composti ottenuti sono stati investigati per l’attività citotossica su varie linee cellulari tumorali umane (ACHN, C32, Caco-2, COR-L23, A375, A549 e Huh-7D12). I valori di IC50 dei composti sono compresi tra 0.4 e 0.6 microM. La buddlejasaponin IV e la songarosaponin D hanno anche evidenziato una significativa attività di inibizione della produzione di nitrossido con valori di IC50 rispettivamente di 4.2 e 10.4 microM. Diverse specie di Iris sono conosciute come piante medicinali. Per questo motivo è stata valutata per la prima volta la composizione fitochimica e l’attività citotossica e antiossidante di diversi estratti di Iris pseudopumila Tineo. Sono stati confrontati gli estratti provenienti dai fiori e quelli provenienti dai rizomi alla scopo di evidenziare come la differente composizione fitochimica influenza l’attività biologica. L’estratto metanolico e l’estratto in cloroformio dei fiori hanno evidenziato una maggiore attività radical scavenging con valori di IC50 rispettivamente di 101 and 83 µg/ml. Per quanto riguarda l’inibizione della perossidazione lipidica la migliore attività è stata ottenuta con l’estratto metanolico dei fiori e con l’estratto cloroformico dei rizomi con valori di IC50 rispettivamente di 18 µg/ml e 33 µg/ml. L’estratto cloroformico dei rizomi ha evidenziato anche la più elevata attività antiproliferativa sulla linea cellulare tumorale umana C32 (melanoma amenalotico) con un valore di IC50 di 57 µg/ml. Tra i composti isolati il kaempferol-3-O-β-D-glucopyranoside e l’irisolidone hanno evidenziato la più alta attività di inibizione della proliferazione cellulare sulle cellule di melanoma (C32) e sulle cellule di tumore polmonare. L’irigenin-7-O-β-D-glucopyranoside ha anche evidenziato una significativa attività sulla proliferazione di queste cellule, mentre isovitexin e isoorientin-6-O’’-β-D-glucopyranoside hanno mostrato un’attività selettiva sulle cellule di melanoma. Sugli estratti di Iris pseudopumila e sui singoli composti isolati sono state valutate anche l’attività di inibizione della produzione di nitrossido e degli enzimi AChE e BChE. L’estratto metanolico dei rizomi ha mostrato la più alta attività di inibizione della produzione di nitrossido, mentre tra i singoli composti isolati i più attivi sono risultati essere irisolidone e 7-methyl-tectorigenin-4’-O-[β-D-glucopyranosyl-(1→6)-β-D-glucopyranoside], con valori di IC50 rispettivamente di 23.6 M e 29.4 M. Isoorientin e apigenin-6-C-β-D-glucopyranoside hanno mostrato la più elevata attività di inibizione dell’enzima AChE con valori di IC50 rispettivamente di 26.8 M e 36.4 M, mentre isoorientin e isovitexin sono risultati più selettivi per la BChE. Diverse specie di Phagnalon sono usate nella medicina popolare per trattare l’asma, tosse e come analgesici. In Italia una delle 5 specie che crescono spontaneamente è il Phagnalon saxatile (L.) Cass. Ed è stata proprio questa specie oggetto di studio sia fitochimico che biologico. Dalle parti aeree di questa pianta è stato ottenuto un estratto metanolico attraverso la tecnica della macerazione. Questo estratto è stato sottoposto a cromatografia che ha portato alla separazione ed identificazione di 11 composti: 1-O-β-glucopyranosyl-2(3’,3’-dimethylallyl) hydroquinone, 1-O-β-glucopyranosyl-2(3’,hydroxymethyl-3’-methylallyl) hydroquinone, acido clorogenico, acido caffeico, acido metilclorogenico, apigenina 7-O-β-glucopyranoside, acido 3,5-di-O-caffeoylquinico metil estere, acido 3,5-di-O-caffeoylquinico, luteolin-4’-O-glucopiranoside, luteolina e apigenina. I composti presenti in quantità sufficienti sono stati testati per le loro proprietà di inibizione della produzione di nitrossido e delle colinesterasi. L’acido caffeico e l’acido metilclorogenico sono stati i composti che hanno mostrato l’attività maggiore di inibizione della produzione di nitrossido in cellule macrofagiche. Per quanto riguarda l’inibizione delle colinesterasi le molecole agliconiche hanno mostrato un’attività maggiore rispetto ai glicosidi. 2. Valutazione dell’attività biologica in vitro di oli essenziali in funzione della loro composizione fitochimica L’estrazione e l’utilizzo di oli essenziali derivanti da materiali vegetali ha trovato largo impiego sin dall’antichità soprattutto in campo cosmetico, farmaceutico e alimentare. Gli oli essenziali sono costituiti da miscele complesse di composti che possono essere distinti in una frazione volatile che costituisce il 90-95% del contenuto totale ed un residuo non volatile rappresentato dal rimanente 5-10%. Numerosi sono gli studi recenti volti a valutare l’attività biologica di oli essenziali. Nel corso del triennio sono stati sottoposti ad analisi diversi oli essenziali tra cui l’olio essenziale dello Juniperus oxicedrus ssp oxycedrus L. proveniente dal Libano. Attraverso idrodistillazione è stato ottenuto l’olio essenziale sia del legno che delle bacche ottenendo una resa di estrazione rispettivamente di 0.72% e 0.68%. L’analisi fitochimica tramite GC e GC-MS ha evidenziato la presenza nell’olio essenziale delle bacche di 50 costituenti tra i quali i monoterpeni (soprattutto -pinene e -mircene) rappresentano la frazione maggiore (68%) seguiti dai sesquiterpeni (13.1%). Dall’olio essenziale del legno sono stati identificati 23 composti tra i quali i sesquiterpeni, -cadinene (14.5%) e cis-thujopsene (9.2%), rappresentano la frazione maggiore. L’attività radical scavenging di entrambi gli oli essenziali ha evidenziato come l’olio proveniente dal legno risulta essere più attivo rispetto all’olio proveniente dalle bacche mostrando rispettivamente valori di IC50 di 1.45 l/ml e 7.42 l/ml. La valutazione dell’inibizione dell’enzima -amilasi ha evidenziato risultati simili, anche l’olio proveniente dal legno ha mostrato più attività rispetto all’olio proveniente dalle bacche mostrando rispettivamente valori di IC50 di 3.49 l/ml e > 25 l/ml. Sempre provenienti dal Libano sono stati studiati gli oli essenziali ottenuti mediante idrodistillazione dall’infiorescenza di due specie di Origanum: Origanum ehrenbergii e Origanum syriacum. Gli oli sono stati sottoposti a GC e GC-MS per l’identificazione fitochimica e alla valutazione di tre diverse attività biologiche: attività antiossidante, inibizione della produzione di nitrossido e inibizione dell’enzima AChE. L’olio essenziale di O. ehrenbergi è caratterizzato dalla presenza di 37 composti (94.9%) dei quali il timolo (19%) ed il p-cimene (16%) sono i composti più abbondanti. Trentasei composti (91%) caratterizzano l’olio essenziale di O. syriacum e tra questi il timolo (25%) e il carvacrolo (18%) sono i composti più abbondanti. L’olio essenziale di O. ehrenbergi ha evidenziato una forte attività radical scavenging con valori di IC50 di 0.99 l/ml e una significativa attività di inibizione della produzione di nitrossido con valori di IC50 di 66.4 l/ml. La valutazione dell’attività di inibizione dell’enzima AChE mostra ancora una volta come l’olio essenziale di O. ehrenbergi sia molto attivo (IC50 di 0.3 l/ml). La valutazione della composizione fitochimica e dell’attività biologica (inibizione della produzione di nitrossido, attività antibatterica e attività antiproliferativa su cellule tumorali umane) è stata eseguita anche sull’olio essenziale della Nepeta glomerata raccolta in Libano. Attraverso l’analisi cromatografica sono stati identificati 70 composti, la maggior parte dei quali monoterpeni (α-pinene, spathulenol e carvacrol). L’olio essenziale ha mostrato attività antibatterica in modo particolare sui batteri Gram+, una significativa attività di inibizione della produzione di nitrossido con un valore di IC50 di 78 l/ml e una debole attività antiproliferativa sulla linea cellulare tumorale ACHN (48% di inibizione della crescita alla concentrazione di 100 l/ml). Tenuto conto che la composizione chimica degli oli essenziali varia in funzione di diversi fattori ambientali, sono stati oggetto di studio quattro specie di Teucrium provenienti dalla Grecia sia dal punto di vista fitochimico sia dal punto di vista dell’attività biologica. Le specie studiate sono state: Teucrium brevifolium, T. flavum, T. montbretii ssp. heliotropiifolium e T. polium ssp. capitatum. Da ciascuna specie è stato ottenuto l’olio essenziale tramite idrodistillazione con le seguenti rese: 0.14% per T. brevifolium; 0.10% per T. flavum; 0.10% per T. montbretii e 0.35% per T. polium. L’analisi gas-cromatografica associata a spettrometria di massa ha permesso di identificare 150 costituenti. Tutti gli oli sono risultati essere ricchi di sesquiterpeni (50-56%) ma ogni olio si è caratterizzato per il contenuto specifico di ciascun composto. Gli oli sono stati sottoposti alla valutazione dell’attività di inibizione della produzione di nitrossido. I risultati ottenuti hanno evidenziato che l’olio di T. brevifolium ha avuto la maggiore attività (IC50 di 7.1 µg/ml) seguito da T. montbretii ssp. heliotropiifolium e T. polium ssp. capitatum (IC50 rispettivamente di 16.5 µg/ml e 29.4 µg/ml). Su questi oli è stata valutata anche l’attività antiproliferativa di cellule tumorali umane. Gli di T. polium ssp. capitatum and T. montbretii ssp. heliotropiifolium hanno mostrato una maggiore attività sulla linea CACO-2 (IC50 rispettivamente di 52.7 e 92.2 µg/ml), mentre l’olio di T. brevifolium è stato selettivo sulle COR-L23 e l’olio di T. polium oil sulle C32. Per la prima volta sono state descritte le caratteristiche fitochimiche e biologiche di oli essenziali ottenuti tramite idrodistillazione da sei specie di Stachys raccolte in Grecia. Gli oli, provenienti da Stachys cretica ssp. vacillans, S. germanica, S. hydrophila, S. nivea, S. palustris e S. spinosa e analizzati tramite GC e GC-MS, sono risultati essere ricchi di acidi grassi ed esteri (24-58%) ed elevate concentrazioni di sesquiterpeni (16-36%). Gli oli di S. palustris, S. cretica e S. hydrophila hanno mostrato la più alta attività radical scavenging con valori di IC50 rispettivamente di 482, 652 e 664 µg/ml. L’olio di S. germanica è risultato, invece, il più attivo sull’inibizione della proliferazione cellulare della linea tumorale umana C32 con un valore di 77% di inibizione a 100 µg/ml. S. germanica, S. palustris e S. spinosa hanno mostrato l’attività antiproliferativa maggiore sulla linea ACHN con 81%, 77% e 73% di inibizione alla concentrazione di 100 g/ml. Oggetto di studio è stata anche la valutazione della composizione chimica, delle proprietà di inibizione degli enzimi colinesterasi e di inibizione della produzione del nitrossido delle parti aeree della Salvia leriifolia raccolta in Iran. L’analisi cromatografica (GC e GC-MS) ha evidenziato la presenza di canfora, 1,8-cineolo, canfene e -pinene come maggiori costituenti. L’olio ha mostrato una buona attività radical scavenging (IC50 di 2.26 µl/ml) e attività di inibizione degli enzimi colinesterasici: IC50 di 0.32 µl/ml per l’acetilcolinestersi e 0.29 µl/ml per la butirrilcolinesterasi. Inoltre l’olio essenziale di Salvia è risultato attivo sull’inibizione della produzione di nitrossido con IC50 di 165 µl/ml. L’olio essenziale di Anthemis wiedemanniana Fisc. & C.A. Meyer (Asteraceae) raccolta in Turchia è stato sottoposto all’analisi fitochimica, attraverso GC e GC-MS, e alla valutazione dell’attività biologica (inibizione della produzione di nitrossido, attività antibatterica e attività antiproliferativa su cellule tumorali umane). L’olio essenziale, ottenuto per idrodistillazione, è risultato essere ricco di monoterpeni (25%). La valutazione dell’attività antibatterica ha evidenziato una MIC compresa tra 6.25 e 50 µl/ml contro i batteri Gram+. L’attività di inibizione della produzione di nitrossido mostra un’attività maggiore rispetto a quella del composto di riferminento indometacina. Infine l’olio essenziale, testato su quattro linee cellulari tumorali umane, ha evidenziato un’attività selettiva sulle linee COR-L23 e C32. Gli oli essenziali ottenuti tramite tre motodi diversi (idroditillazione, spremitura ed estrazione con CO2 supercritica) dalla buccia del Cedro, Citrus medica L. cv. Diamante sono stati analizzati e confrontati sia dal punto di vista fitochimico che dal punto di vista biologico. Quarantasei composti sono stati identificati. Il limonene e il -terpinene sono risultati essere i maggiori componenti dell’olio ottenuto per idrodidtillazione e spremitura mentre il citroptene è stato il maggior componente dell’olio ottenuto per estrazione con CO2 supercritica. Per quanto riguarda l’attività biologica l’olio ottenuto per idrodistillazione ha mostrato la maggiore attività sia di inibizione della produzione di nitrossido (IC50 di 17 µl/ml) che di inibizione delle colinesterasi (IC50 di 155 µl/ml per la butirrilcolinesterasi e IC50 di 171 µl/ml per la acetilcolinesterasi). Infine gli aghi di tre specie di Pinus, Pinus nigra, P. calabrica e P. heldreichii subsp. leucodermis raccolti in Calabria sono stati sottoposti ad idrodistillazione per ottenere gli oli essenziali che sono stati analizzati tramite GC e GC-MS. Un totale di 59 composti sono stati identificati nell’olio di P. calabrica, 51 composti nell’olio di P. heldreichii subsp. leucodermis e 42 composti nell’olio di Pinus nigra. L’olio essenziale di P. calabrica ha mostrato un elevato contenuto di -pinene (24.6%), -pinene (10.9%), -cadinene (8.8%), -phellandrene (6.3%), e manoyl oxide (6.2%). Nell’olio di P. heldreichii subsp. leucodermis, l’-pinene (24.2%) è il component maggiore insieme a -pinene (8.4%), limonene (7.8%), e terpinolene (5.9%). I costituenti principali dell’olio di P. nigra sono -pinene (25.3%), limonene (22.6%), sabinene (12.8%), and -terpineol (8.3%). P. heldreichii subsp. leucodermis ha mostrato la più alta attività nei confronti delle colinesterasi (IC50 di 81 µl/ml per la butirrilcolinesterasi e IC50 di 51 µl/ml per la acetilcolinesterasi). 3. Caratterizzazione fitochimica e valutazione dell’attività biologica di piante erbacee spontanee di uso alimentare (alimurgiche) nella tradizione popolare e di piante coltivate. Negli ultimi anni il concetto di cibo ha subito una radicale trasformazione fino al punto da attribuire agli alimenti, oltre alle loro proprietà nutrizionali e sensoriali, anche un importante ruolo sul mantenimento della salute, sul benessere psico-fisico e sulla prevenzione di alcune patologie. Oggi, di fatto, è possibile affermare (o meglio riaffermare) che esiste un legame più stretto fra l’uomo e la natura. Quest’ultima ci fornisce non solo i componenti essenziali della dieta ma anche fattori specifici che ci proteggono dall’ambiente in cui viviamo e dagli eventi potenzialmente patologici che sviluppiamo dentro di noi. Recentemente è stato ampiamente dimostrato come il consumo di alcuni cibi possa avere un effetto positivo sulla salute. Alcuni cibi possono assumere lo status di “functional foods”, in quanto in grado di fornire non solo energia, amminoacidi essenziali, vitamine e minerali, ma anche principi attivi capaci di prevenire un ampio range di patologie, come malattie cardio-vascolari e malattie degenerative. C’è un crescente interesse nei componenti fenolici di frutta e verdura ai quali è attribuita la prevenzione di molte patologie. Molti studi hanno evidenziato le proprietà benefiche soprattutto di flavonoidi e fitosteroli. La fitoalimurgia (phytoalimurgia) è quella scienza che si occupa dell’alimentazione con vegetali non manipolati ed erbe spontanee. Durante gli ultimi anni, diversi studiosi hanno evidenziato che le verdure spontanee contengono elevate concentrazioni di sali minerali, proteine e un tasso di vitamine maggiore rispetto agli ortaggi coltivati. Attualmente manca un’analisi completa delle piante utilizzate nella tradizione popolare Calabrese, ma da dati preliminari si può confermare che circa 170 specie sono state usate per scopi alimentari e tante sono quelle usate come medicamentose. Su 9 piante alimurgiche della Flora Calabrese, che spesso troviamo nei nostri piatti, ma che non sono mai state oggetto di valutazione biologica, sono state condotte delle analisi preliminari di valutazione fitochimica ed attività biologica. Le piante oggetto di studio, scelte in funzione di specifiche interviste condotte sul luogo, sono: Carduus pycnocephalus L., Cichorium intybus L., Cynara cardunculus L. subsp. cardunculus, Echium vulgare L., Foeniculum vulgare Miller subsp. piperitum, Lepidium sativum L., Papaver rhoeas L. ssp. rhoeas, Picris hieracioides L. e Sonchus oleraceus L. Queste sono tutte piante spontanee commestibili presenti nell’area dell’alto ionio cosentino, un territorio caratterizzato da differente vegetazione e si espande dal livello del mare fino al punto più alto del monte Pollino (circa 2000 m s.l.m.). Gli estratti idroalcolici di queste piante sono stati testati per valutarne l’attività antiossidante in vitro e antinfiammatoria in vivo. Tutti gli estratti hanno mostrato attività antiossidante ma gli estratti più attivi sono risultati essere quelli di Picris hieracioides e Echium vulgare. Tra gli estratti quello di Lepidium sativum ha evidenziato la maggiore attività antinfiammatoria in vivo. L’attività di quest’ultimo è, probabilmente, dovuta ad un elevato contenuto di fitosteroli in particolare -sitosterol ed ergost-5-en-3-ol (3). Lo studio è proseguito nell’indagine di altre piante alimurgiche sempre presenti nel territorio cosentino: Borago officinalis L., Capparis sicula Veill. subsp. sicula, Malva sylvestris L., Mentha aquatica L. e Raphanus raphanistrum L. subsp. raphanistrum. Tutte le specie considerate mostrano una buona attività antiossidante, tuttavia nello specifico è stato mostrato che la Borrago officinalis esprime una alta attività antiossidante con tutti i test effettuati, mentre altre specie, come il Capparis sicula ssp sicula, si mostrano particolarmente attivi solo nei confronti del -carotene bleaching test, viceversa la Mentha acquatica mostra un basso valore di IC50 solo per il DPPH test. Ciò è dovuto alla composizione fitochimica delle specie: la prima infatti ha un alto tenore di fitosteroli (come la Borrago officinalis), mentre nella menta è stato trovato un più alto contenuto in polifenoli totali. Tutte le piante alimurgiche finora citate sono state testate per valutare l’attività antiproliferativa su varie linee cellulari tumorali umane. Dopo 48 ore di incubazione l’estratto più attivo è risultato essere quello di Cynara cardunculus L. subsp. cardunculus sulle cellule di melanoma (C32) e sulle cellule di adenocarcinoma (ACHN). La Mentha aquatica ha mostrato un’attività selettiva sulle cellule di carcinoma mammario (MCF-7). Nello stesso lavoro è stata valutata la tossicità degli estratti utilizzando il Microtox acute toxicity test, un test batterico che misura la diminuzione dell’emissione di luce dal batterio marino Vibrio fischeri quando esposto a composti organici. Tutti gli estratti hanno rilevato una percentuale di tossicità molto bassa (sotto il 20%) dimostrando così una irrelevante tossicità per la salute umana. Con lo scopo di valutare i potenziali effetti benefici nella prevenzione di patologie, come il diabete e la malattia di Alzheimer, è stato oggetto di studio il cedro. Citrus medica L. (Cedro) varietà liscio Diamante che è presente esclusivamente nella fascia costiera tirrenica compresa tra Diamante e Santa Maria del Cedro. L’interesse verso le piante endemiche della Calabria deriva principalmente da un loro potenziale utilizzo in campo terapeutico, ma potrebbe anche rappresentare una occasione in più per lo sviluppo dell’agricoltura e dell’agroindustria del Mezzogiorno. La maggiore importanza economica del cedro deriva dalla scorza che viene utilizzata per la preparazione di canditi, acqua e sciroppo di cedro utilizzati in pasticceria in quasi tutti i dolci tipicamente mediterranei e per l'estrazione di oli essenziali. Con il succo si preparano bibite ed in medicina si utilizza per la preparazione di infusi. Del Cedro è stato analizzato l’estratto in n-esano della buccia dei frutti. L’analisi gas-cromatografica ha evidenziato la presenza di monoterpeni e sesquiterpeni come costituenti principali, in particolare il limone e il -terpinene sono risultati essere i composti più abbondanti. L’estratto ha mostrato una buona attività radical scavenging (IC50 di 147 µl/ml) ed un’elevata attività di inibizione della perossidazione lipidica (IC50 di 3 µl/ml). L’estratto ha evidenziato una debole attività nei confronti dell’enzima -amilasi con un valore di IC50 di 625 g/ml. Infine quando testato sull’enzima acetilcolinesterasi ha prodotto un valore di IC50 di 621 g/ml. In Calabria il grado di conoscenza di molte piante utilizzate dalle persone locali come alimenti sta sempre più diminuendo. Un’indagine specifica, condotta intervistando persone anziane, sulla Pimpinella anisoides var. Brig (Apiaceae) ha evidenziato che pochi di loro erano capaci di distinguere l’anice comune (P. anisum) dall’anice selvatico (P. anisoides). Le persone locali in Calabria usano questo anice selvatico per preparare prodotti tipici: “Scaldatelli” e “Taralli al finocchietto”. Essendo l’anice comune oggetto di molti studi scientifici condotti in passato e visto che, invece, in letteratura non era presenta nulla in merito all’anice selvatico, lo scopo del nostro lavoro è stato anche quello di andare a verificare la composizione fitochimica e valutare l’attività biologica (antiossidante, inibizione della produzione del nitrossido, inibizione degli enzimi acetil- e butirrilcolinesterasi). L’estratto etanolico dei frutti di anice selvatico è risultato essere caratterizzato da 23 maggiori composti di cui 14 monoterpeni, 2 sesquiterpeni ed il resto acidi grassi e metil esteri. Tra questi composti i più abbondanti sono stati i monoterpeni trans-anetolo (54.5%), limonene (13.5%) e sabinene (4.4%). La valutazione dell’attività antiossidante ha evidenziato un valore di IC50 di 3.02 mg/ml mentre quando l’estratto è stato testato sui macrofagi per valutare l’attività di inibizione della produzione di nitrossido abbiamo ottenuto un valore di IC50 di 72.7 g/ml (Pubbl. n. 33). L’attività di inibizione dell’enzima colinesterasi ha riguardato sia l’acetil- che la butirrilcolinesterasi e l’estratto si è dimostrato attivo in entrambi i casi con IC50 di 227 e 326 g/ml rispettivamente per la AChE e BChE). Per questa pianta è stata anche valutata l’attività di inibizione esibita da alcuni composti a struttura terpenoidica (limonene, sabinene ed anetolo) isolati nella frazione meno polare dell’estratto alcolico. Gli estratti metanolico, n-esano, diclorometano, etile acetato e n-butanolo sono stati ottenuti dalla Salvia leriifolia pianta spontanea raccolta in Iran ed utilizzata da secoli come spezia. Questa salvia, usata nella medicina popolare, è stata oggetto di studio per la valutazione fitochimica e l’attività biologica (antiossidante e inibizione delle colinesterasi). L’estratto in acetato di etile ha mostrato la più alta attività di inibizione della perossidazione lipidica con un valore di IC50 di 2 g/ml. Per valutare l’attività neuroprotettiva i vari estratti sono stati testati sugli enzimi colinesterasici. L’estratto in n-esano ha mostrato la più alta attività con valori di IC50 di 0.59 g/ml per l’acetilcolinesterasi e 0.21 g/ml per la butirrilcolinesterasi. Sulla base di questi risultati l’estratto in n-esano è stato frazionato in 9 parti allo scopo di isolare ed identificare i composti attivi. La frazione che ha mostrato la maggiore attività è stata quella a maggior contenuto di sesquiterpeni. 4. Valutazione del significato chemotassonomico delle sostanze isolate soprattutto in relazione alla definizione dei caratteri distintivi di biodiversità delle sostanze isolate Lo studio comparato della composizione fitochimica di piante endemiche con quelle aventi diversa distribuzione generale offre, oltre al tentativo di individuare nuovi impieghi farmaceutici di specie vegetali medicinali o alimentari, la possibilità di definire i criteri specifici di biodiversità. Con il termine “biodiversità” si vuole intendere il carattere distintivo di tutte le forme viventi e il fondamento della variabilità, generata dalle continue mutazioni e ricombinazioni genetiche, che caratterizzano il processo evolutivo di tutte le specie viventi. L’evoluzione è il meccanismo che, da oltre tre miliardi di anni, permette alla vita di adattarsi al variare delle condizioni sulla Terra; è la selezione naturale che sceglie, poi, gli individui “più adatti” alla sopravvivenza in un determinato ambiente. La biodiversità non deve essere intesa, però, solo come il risultato di processi evolutivi, ma anche come il serbatoio dal quale attinge l’evoluzione per attuare tutte le modificazioni genetiche e morfologiche dalle quali originano nuove specie viventi. Il bacino del Mediterraneo è una delle aree del nostro pianeta che offre una rilevante diversità biologica. Secondo i dati elaborati dalla FAO, sono presenti nel bacino del Mediterraneo 150 generi e più di 13.000 specie vegetali endemiche che rendono, per biodiversità, tale area il secondo eco-sistema al mondo, dopo la foresta amazzonica. La valutazione della biodiversità può rappresentare, quindi, un utile strumento al fine di valorizzare il “patrimonio locale”, sottoponendo a studio piante con potenzialità inespresse in settori come quello farmaceutico. Due piante spontanee molto conosciute ed utilizzate nella dieta Mediterranea sono l’Alloro e il Finocchio. Le foglie del Laurus nobilis ed i semi del Foeniculum vulgare subsp. piperitum proveniente da piante coltivate e da piante spontanee sono stati oggetto di studio per valutare la biodiversità delle specie prese in considerazione. Inoltre sono state valutate particolari attività biologiche per dimostrare il loro possibile utilizzo in terapia. Il confronto dell’analisi fitochimica ha evidenziato una grande differenza tra le specie coltivate e quelle spontanee. L’alloro coltivato presenta un elevato contenuto di terpeni come linoolo, -terpinolo, -terpinyl acetate, timolo, caryophyllene, aromandrene, selinene, farnesene, and cadinene, mentre l’alloro spontaneo ha mostrato un elevato contenuto di eugenolo e metil eugenolo, vitamina E e steroli. Gli estratti di finocchio variano molto nel contenuto di polifenoli totali, l’estratto proveniente dalle piante spontanee ne contiene un contenuto maggiore. La diversa composizione fitochimica influenza anche l’attività biologica. Gli estratti provenienti dalle specie spontanee hanno mostrato una maggiore attività antiossidante rispetto a quelle coltivate. Similmente, uno studio sulla biodiversità intraspecifica del Myrtus communis permette di distinguere tra popolazioni presenti sul territorio calabrese e sardo, attraverso la determinazione quali quantitativa di alcuni markers fitochimici quali il myrtenolo, il linalolo e l’eucalyptolo valutandone la variabilità in funzione delle condizioni ambientali. Due studi sono stati volti alla determinazione dell’influenza dei fattori ambientali sulla concentrazione di principi attivi e di conseguenza sull’attività biologica del cappero. Nel primo studio sono stati presi in considerazione due campioni di Capparis sicula ssp. sicula provenienti da due siti di raccolta molto diversi tra di loro: un primo campione è stato raccolto su un terreno argilloso chiamato “calanchi”, che è considerato l’habitat naturale del cappero, mentre l’altro campione è stato raccolto in un sito di adattamento dell’habitat vegetativo in prossimità delle mura di un rudere. L’analisi fitochimica ha evidenziato un contenuto totale di fenoli e flavonoidi molto simile, ma il profilo cromatografico, determinato tramite HPLC, dei composti fenolici è stato molto diverso. In entrambi i campioni l’aglicone quercetina è risultato essere il composto più abbondante. Per quanto riguarda il contenuto di glucosinolati, i composti che caratterizzano il cappero, il campioni 1 ha mostrato un contenuto maggiore ed in entrambi la glucocapparina è stato il composto più abbondante. L’attività biologica degli estratti provenienti da diverse zone di raccolta ha evidenziato che il campione di cappero che cresce nel suo habitat naturale è più attivo rispetto a quello che cresce sulle mura del castello. L’attività di ricerca è proseguita raccogliendo 20 campioni di due specie di cappero Capparis sicula ssp. sicula e Capparis orientalis su tutto il territorio calabrese al fine di vedere come i fattori ambientali influenzano la composizione chimica e le proprietà antiossidanti di queste specie. La composizione chimica, in particolare fitosteroli e vitamina E, è stata monitorata tramite GC e GC-MS e su tutti i campioni è stata valutata l’attività radical scavenging e l’attività di inibizione della perossidazione lipidica. I risultati ottenuti hanno evidenziato che la specie orientalis possiede qualità migliori della specie sicula. Tra i campioni della stessa specie, fra quelli di C. orientalis il campione raccolto su un substrato roccioso ha mostrato un contenuto di composti fitochimici più alto e proprietà biologiche migliori. Tra I campioni di C. sicula il campione che cresce su un substrato argilloso ha mostrato un profilo migliore. Il contenuto dei principi attivi nelle piante è influenzato da numerosi fattori come le condizioni climatiche, il tempo di raccolta, il genotipo e le tecniche di coltivazione. Lo stadio di maturazione è un altro importante fattore che influenza la qualità dei frutti e dei vegetali in generale. La conoscenza dei cambiamenti che avviene durante il periodo di maturazione è importante sia da un punto di vista nutrizionale che biologico. A questo scopo sono stati investigati due specie di peperoncino, un tipico rappresentante della tradizione culinaria calabrese, raccolti in diversi stadi di maturazione, valutandone la composizione fitochimica e l’attività biologica. La prima specie presa in considerazione è stata il Capsicum annuum var. acuminatum raccolto in tre stadi di maturazione (frutti verdi piccoli, verdi e rossi) . In questo studio abbiamo determinato l’influenza del grado di maturazione sulla concentrazione di costituenti specifici, in particolare sulla componente polifenolica, che influenza l’attività antiossidante. L'analisi di GC-MS delle frazioni in n-esano di C. annuum, mostra una composizione diversa nei tre stadi di maturazione. Riguardo alla frazione in esano i frutti rossi mostrarono una maggiore percentuale di vitamina E (4.868%) in confronto ai frutti verdi e verdi piccoli (0.292% e 0.328%, rispettivamente). I frutti verdi possiedono un contenuto alto di fitolo, un alcol diterpene aciclico (8.873%) in confronto ai frutti rossi e verdi piccoli (4.606% e 1.612%, rispettivamente). Infine le frazioni di esano sono ricche in steroli, particolarmente cholest-5-en-3-ol, ergost-5-en-3-ol, stigmast-5,22-dien-3-ol e stigmast-5-en-3-ol (Tab. 6). I frutti verdi piccoli mostrano il maggior contenuto di steroli. Il contenuto di questi composti diminuisce all’aumentare della maturità dei frutti. Il cholest-5-en-3-ol diminuisce da 0.817% nei frutti verdi piccoli a 0.244% nei verdi, mentre è assente nei rossi. Ergost-5-en-3-ol varia estesamente nei diversi stadi maturativi, 8.218% 2.908% e 0.944%, nei frutti verdi piccoli, verdi e rossi, rispettivamente. Gli stessi risultati sono stati ottenuti per stigmast-5-en-3-ol che è presente nel 12.758%, 4.040% e 1.794% nei frutti verdi piccoli, verdi e rossi, rispettivamente, e stigmast-5,22-dien-3-ol che è presente nel 1.282% e 0.714% nei frutti verdi piccoli e verdi, rispettivamente. Il contenuto totale dei costituenti fenolici degli estratti totali di C. annuum variano nei diversi stadi di maturazione: 75.98 mg/g nei frutti verdi piccoli, 73.82 mg/g nei verdi e 43.24 mg/g nei rossi. Il contenuto fenolico quindi diminuisce con l’avanzare della maturità dei frutti. La diversa composizione fitochimica porta inevitabilmente ad una differente attività antiossidante. Del C. annuum sono stati studiati anche i frutti di 4 diverse cultivars (Fiesta, Acuminatum, Orange Thai e Cayenne Golden) raccolti in due stadi di maturazione (immaturi e maturi). Su queste cultivars sono stati indagati i contenuti totali di fenoli, flavonoidi, carotenoidi e capsaicinoidi nonché l’attività antiossidante ed ipoglicemizzante. Così come dimostrato nel precedente studio, il contenuto fenolico è massimo nei frutti immaturi, mentre carotenoidi e capsaicinoidi sono più abbondanti nei frutti maturi. I frutti immaturi di tutte le cultivars di C. annuum hanno evidenziato la maggiore attività radical scavenging, mentre i frutti maturi maggiore attività di inibizione della perossidazione lipidica. I frutti immaturi di Fiesta, Orange Thai e Cayenne Golden hanno evidenziato la più alta attività di inibizione degli enzimi -amilasi e -glucosidasi. La seconda specie di peperoncino presa in considerazione è stata il Capsicum chinense Jacq., una varietà molto aromatica che rappresenta il peperoncino più piccante nel mondo. Questo peperoncino è dapprima verde, poi arancio ed infine rosso a complete maturazione. I frutti sono stati raccolti in due stadi maturativi (immaturo o verde e maturo o rosso). Su questi stadi maturativi è stato valutato il contenuto totale di fenoli, flavonoidi, carotenoidi e capsaicinoidi. L’investigazione fitochimica ha mostrato una differente composizione degli estratti che si è ripercossa sull’attività biologica. Si è notato che il contenuto fenolico e flavonoidico totale diminuisce con l’aumentare della maturazione. Il caratteristico e intenso colore rosso dei frutti di peperocino è dovuto alla presenza di carotenoidi, pigmenti che sono sintetizzati massivamente durante la maturazione del frutto. Il grado di piccantezza del peperoncino dipende, invece, dal contenuto di capsaicina e diidrocapsaicina che si sono rilevati più abbondanti nei frutti maturi. La differente composizione fitochimica dei frutti raccolti in due stadi maturativi si ripercuote sull’attività antiossidante. L’elevato contenuto di fenoli e flavonoidi nei frutti verdi è, probabilmente il motivo della più alta attività radical scavenging degli estratti provenienti da questi frutti. Gli estratti maturi, che contengono più carotenoidi e capsaicinoidi, hanno, invece, dato più attività nell’inibizione della perossidazione lipidica. Il primo stadio di maturazione (verde) ha dato ottimi risultati anche nell’inibizione dell’enzima -amilasi ed entrambi gli stadi di maturazione hanno evidenziato attività di inibizione degli enzimi colisterasici. La biodiversità di specie è stata oggetto di studio su tre specie di Salsola (Amaranthaceae), S. soda, S. oppositifolia e S. tragus. Con lo scopo di valutare l’attività ipoglicemizzante, tali piante sono state sottoposte ad estrazione con metanolo e gli estratti così ottenuti sono stati testati sull’inibizione dell’-amilasi. Gli estratti metanolici di tutte le specie di Salsola hanno dimostrato di inibire significativamente l’enzima con valori di IC50 compresi tra 0.65 e 0.22 mg/ml. Sulla base dei risultati ottenuti, l’estratto metanolico è stato sottoposto a processo di bio-frazionamento e partizionato con n-esano, diclorometano, acetato di etile e etere dietilico. E’ stata testata l’attività di ogni frazione a concentrazioni comprese tra 1 mg/ml e 0.016 mg/ml. Le frazioni in n-esano di S. kali, S. oppositifolia e S. soda hanno mostrato IC50 comprese tra 0.32 e 0.76 mg/ml. Tra le frazioni in diclorometano quella ottenuta dalla S. kali ha mostrato un interessante valore di IC50 di 0.05 mg/ml. Alcuni studi, infine, hanno riguardato la determinazione fitochimica di specie endemiche calabresi al fine di confermare, con il dato chemio tassonomico, l’attribuzione della corretta appartenenza botanica alla popolazione e al corrispondente taxon. A tal fine è stata studiata una particolare specie di Galanthus, Galanthus reginae-olgae Orph. subsp. vernalis Kamari. In dettaglio sono state fatte analisi qualitative e quantitative di alcaloidi delle Amaryllidaceae per i quali tale specie si caratterizza. Tra questi alcaloidi particolare importanza ha la galantamina, composto attualmente utilizzato in terapia per il morbo di Alzheimer. In modo particolare sono stati sottoposti ad analisi gli alcaloidi galantamina, licorina e tazettina, identificati sia nei bulbi che nelle parti aeree del Galanthus, e crinina e neronina trovati solo nei bulbi. La licorina è risultata essere il componenti più abbondante in entrambi gli estratti. Gli studi condotti, inoltre, hanno consentito di produrre 3 reviews su argomenti concernente la ricerca effettuata, sui prodotti naturali usati come gastroprotettivi ed antiulcera, sulle furano cumarine sia naturali che di sintesi e sui composti fenolici presenti nelle piante che hanno attività inibitoria sulla produzione di NO. E’ stato, infine, redatto un capitolo dal titolo: “Foods of plant origin as source of nitric oxide production inhibitors” In: Handbook of Nutritional Biochemistry: Genomics, Metabolomics and Food Supply.
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