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Inaugurazione Anno Accademico 2023/24 - Le relazioni
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“Un campus internazionale e aperto al territorio”
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Interventi
Studenti, docenti, personale tecnico amministrativo, magnifico Rettore, Ministro, ospiti tutti dell’Università della Calabria, buongiorno.
Mi chiamo Gaia Izzo e sono iscritta al quarto anno del Corso di Laurea Magistrale a ciclo unico in Ingegneria Edile-architettura. Partecipo a questo importante evento perché sono stata selezionata dall’elenco dei vincitori delle borse di studio a valere sui fondi 5x1000. Non svolgo quindi compiti ufficiali di rappresentanza, non sono coinvolta in organi di governo o in strutture dell’Ateneo, sono semplicemente una studentessa che ha qui l’occasione di raccontare l’esperienza della propria vita in questa Università. Per molti versi, però, la mia esperienza e il mio vissuto rispecchiano quelli di tantissimi altri colleghi e colleghe, con i quali condivido non solo la fatica e la gioia dello studio quotidiano, ma anche tanti momenti di spensieratezza e, a volte, progetti di vita. È quindi una occasione veramente speciale per me. E voglio ringraziare moltissimo il Coordinatore del Consiglio di Corso di Laurea, prof. Fabrizio Greco, per avermi supportato e incoraggiato, e la governance tutta di Ateneo per avermi consentito di essere qui stamattina, in modo del tutto inatteso. Un piccolo esempio delle sorprese che l’Unical sa creare e concretizzare.
Ho iniziato il mio percorso in questo Ateneo quattro anni fa, in piena emergenza sanitaria. È stato quello per noi tutti un tempo difficile, che ha frammentato le routines quotidiane in tutti gli ambiti della nostra vita. A distanza di tempo credo di poter affermare che già in quel periodo, nonostante le attività si svolgessero da remoto, l’Unical è diventata per molti di noi studenti e studentesse un fondamentale riferimento quotidiano. Tutto ciò è stato possibile grazie allo sforzo di chi ha gestito quel periodo difficile, quindi allo sforzo dei docenti, e parimenti a quello del personale tecnico-amministrativo, che ha mostrato preparazione e comprensione nei confronti di queste” strane” matricole che a volte si smarrivano nel mondo telematico.
Ho riflettuto molto sull’opportunità di iscrivermi all’Università della Calabria. Uscendo dalla scuola secondaria di secondo grado, l’offerta formativa di fronte alla quale ci si trova è davvero sconfinata. L’Unical nell’immaginario collettivo è da tempo diventato un Ateneo prestigioso, in grado di garantire una preparazione adeguata alle sfide difficili della modernità. Ma è vero anche che spesso si ascoltano altre voci che invitano a partire, che ritengono sia meglio formarsi in Atenei più centrali rispetto al mondo del lavoro e alla geografia europea. Per sciogliere i miei dubbi è stato decisivo un viaggio compiuto nella Silicon Valley, in occasione di un progetto ministeriale che vedeva coinvolto il liceo di cui ho fatto parte e in seguito ad una selezione su base progettuale; siamo volati con molti miei coetanei a San Francisco dove ho potuto toccare con mano una realtà dinamica e ricca di stimoli per chi deve immaginare il proprio futuro; ho visitato le sedi di importanti case produttrici di software che oggi mi ritrovo ad usare quotidianamente. In quell’occasione ho potuto ammirare alcune strutture avveniristiche delle città moderne, capolavori di ingegneria contemporanea, che già de tempo suscitavano il mio interesse, ovviamente al pari degli edifici storici e monumentali che rendono assolutamente unica l’Italia. Quel viaggio mi ha indirizzato nella scelta degli studi che avrei intrapreso, Ingegneria Edile/Architettura, però mi ha consentito anche di guardare al mio mondo da lontano, di riflettere sull’importanza di iscrivermi in un Ateneo della mia regione, di costruire il mio sapere in un posto che per me è un “luogo di senso”, alla cui crescita voglio contribuire, e dal quale spero di partire mille volte nella mia vita, ma anche di ritornare.
Ho scelto bene, oggi ne sono sicura. Renzo Piano scrive: “Bisogna sempre ricordare che fare architettura significa costruire edifici per la gente, università, musei, scuole, sale per concerti: sono tutti luoghi che diventano avamposti contro l’imbarbarimento. Sono luoghi di cultura, di arte e l’arte ha sempre acceso una piccola luce negli occhi di chi la frequenta”. Questo è quello che spero di poter progettare nel mio futuro, ma è quello che per molti versi ho trovato in questa Università, che è un piccolo microcosmo in cui si può crescere umanamente e culturalmente in piena libertà, in cui si afferma con convinzione la parità di genere in ogni ambito, e nel quale gli studenti sono costantemente al centro della missione istituzionale.
L’Unical è immersa nel verde e dispone di biblioteche, sale studio, residenze universitarie, mense, e tanti spazi di aggregazione. Abbiamo un Centro Universitario Sportivo che è fondamentale per il benessere psicofisico di noi studenti. I momenti di studio sono intervallati da svariate attività ricreative, da innumerevoli iniziative sportive, musicali e teatrali, che vedono coinvolti non solo noi studenti ma anche i docenti e il personale tecnico amministrativo, rafforzando così il rapporto intergenerazionale. Tra queste ricordo ad esempio gli Unical Games tenutesi lo scorso giugno in cui tre discipline, tennis, calcio e pallavolo, hanno dato vita ad una accesa competizione a squadre rappresentative dell’intera comunità universitaria. Ricordo anche il cartellone della stagione teatrale 2022/2023, la prima post Covid, con un programma ricco di concerti musicali e spettacoli che ha rappresentato per tutti noi un ritorno alla vita ricreativa di gruppo.
Nel suo complesso questa università è un “ambiente”, è un ecosistema, un luogo in cui il confronto e la condivisione non avvengono solo nelle aule universitarie ma in ogni angolo del Campus.
È ovvio che si possano incontrare difficoltà in una struttura che per numeri è ormai da considerare uno dei grandi Atenei d’Italia, non sarebbe normale il contrario. Però lo spirito di fondo credo sia quello giusto: tendere al massimo ma senza lasciare dietro nessuno. All’Unical gli studenti sono continuamente stimolati ad essere parte attiva di un processo di crescita culturale “aperto” e invitati a segnalare tempestivamente, tramite questionari, email, moduli, qualsiasi criticità incontrata sia nelle attività di studio, sia nei servizi.
È proprio questa attenzione, il sostegno di docenti e del personale tecnico-amministrativo, che mi ha consentito di conciliare il mio duplice percorso tra Università e Conservatorio musicale, dove studio pianoforte. So che queste due attività appaiono diverse, forse contrapposte, mentre in realtà nella pratica trovano infinite ragioni di sintesi, ad esempio nel rapporto tra matematica e musica, nell’architettura di una composizione musicale. Sento di poter dare un consiglio ai colleghi più giovani: quello di non abbandonare a priori le proprie inclinazioni e le proprie passioni, magari per il timore di non riuscire a concludere il percorso di studi universitario. La mia esperienza dice che è possibile. Tra l’altro, la nostra Università mette a disposizione diversi strumenti per poter conciliare le proprie aspirazioni con lo studio. Ricordo, solo per esempio, la possibilità di optare per il tempo parziale, o il programma di carriera duale studente-atleta.
Per questo voglio dire, in una giornata così importante, di essere fiera di far parte dell’Unical e che mi sento sempre orgogliosa dei traguardi che raggiunge e delle eccellenze che produce. Sono orgogliosa del ruolo propulsivo che svolge nel Mezzogiorno d’Italia dimostrando di essere in grado di affrontare tutte le sfide per puntare ad una generale crescita culturale.
Qualcuno prima di me, di ben altro spessore, ha invitato gli studenti a essere folli. Mi ispiro a lui nel dire a tutti di sognare e di sognare in grande, perché sognare in grande costa esattamente quanto sognare in piccolo.
E in questa terra particolare abbiamo ciò che ci necessita: sono i sogni e una solida preparazione culturale.
Buon anno accademico a tutti.
Signor Ministro,
Magnifico Rettore,
Autorità Accademiche e Istituzionali,
Docenti, Colleghe e Colleghi,
Studentesse e Studenti, Signore e Signori tutti,
è un immenso piacere e un grande onore rappresentare, in questa importante cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico, il Personale Tecnico Amministrativo dell’Università della Calabria, cui mi onoro di appartenere da ben 43 anni. Le persone a me più vicine sanno bene che ho fatto un grande sforzo ad accettare l’invito del Magnifico Rettore. Un invito del quale sono davvero molto onorato ma che allo stesso tempo mi emoziona profondamente. Nonostante la mia lunghissima attività di servizio, questa è, infatti, la prima volta che prendo la parola davanti ad una platea così distinta e in una occasione così importante. Voglio quindi iniziare, doverosamente, ringraziando, tra tutti, in modo particolare proprio il Magnifico Rettore, cui va la mia gratitudine per questa bella e inaspettata opportunità.
È un momento importante per la mia vita, di cui posso approfittare per mandare un affettuoso saluto a tutti coloro che ho incrociato nel mio cammino: Docenti, Dirigenti, Colleghi, Direttori, Rettori. Tutti e tutte, in qualche modo, hanno lasciato un segno indelebile nella mia vita che si è formata, come un mosaico, con tasselli preziosi. Persone che, spesso a loro insaputa, hanno arricchito questo mosaico con frammenti della loro vita. Tanti frammenti, anche quelli apparentemente più cupi e negativi, che custodisco gelosamente, che porto come un bellissimo ricordo di questa mia lunghissima avventura nel Campus.
Sono trascorsi più di 50 anni da quando la vita nel nostro Ateneo ebbe inizio, in una terra difficile dove il diritto allo studio era un’utopia e i giovani erano condannati a cercare fortuna altrove, lontani dalla propria terra e dalle proprie radici. In questi cinquanta anni noi, suoi figli, abbiamo saputo dimostrare quanto possiamo essere capaci, con competenza e spirito di innovazione. Questa Università ha saputo cambiare le sorti di tanti; e tra di essi anche la mia.
È vero, ancora oggi sono troppi i giovani costretti a partire. L’Unical può e deve incidere sempre di più; ma queste migrazioni, almeno, non hanno più il sapore di un viaggio della disperazione e i nostri giovani vanno spesso ad occupare posizioni di prestigio e rilievo. Il nostro impegno deve essere di porre a sistema le buone pratiche, continuare a creare occasioni di crescita, a trasferire sul territorio il miracolo del Campus per eccellenza.
Come molti tra voi già sapranno, dal prossimo primo novembre cesserò la mia attività lavorativa in questo Ateneo. Ho trascorso nel Campus 43 anni da dipendente e qualcuno in più da studente. Ho visto letteralmente nascere e poi crescere in maniera esponenziale questa che, con orgoglio, definisco la Mia università. Ho tantissimi ricordi, fin dal lontano 1975, quando mi iscrissi al primo anno e seguii le prime lezioni tenute da giovanissimi docenti, provenienti da varie parti del Paese. I pionieri di quella Università che sarebbe poi diventata il motore della crescita culturale, sociale ed economica della nostra Regione.
E tante volte mi sono sentito fortunato, doppiamente fortunato. Da un lato per aver avuto la possibilità di studiare e cambiare, oserei dire stravolgere, la mia vita. Dall’altro per la consapevolezza di aver potuto godere di un privilegio ambito da tanti: lavorare in un luogo affascinante e stimolante, animato da menti colte e visionarie.
Durante questi anni ho svolto la mia attività lavorativa prevalentemente in Dipartimento (attualmente sono in servizio presso il DiCES – Dipartimento di Culture Educazione e Società). Spesso, però, sono stato chiamato a svolgere temporaneamente altre importanti funzioni nelle strutture centrali dell’Ateneo. A queste chiamate ho sempre risposto con entusiasmo e incondizionata disponibilità. Ciò che qui all’Unical ci rende speciali è lo spirito di appartenenza, la percezione di essere parte di una grande famiglia. È grazie anche all’incessante impegno del personale tecnico-amministrativo che, nonostante la nostra componente sia largamente sottodimensionata rispetto alla mole quotidiana di lavoro, l’Ateneo riesce comunque a eccellere. Molto è stato fatto da questa governance per incrementare le unità in servizio, ma siamo ancora lontani dalle medie nazionali; il mio auspicio, proprio mentre mi accingo a congedarmi dal servizio, è che sia un sentire comune l’esigenza di far crescere il personale tecnico-amministrativo, di acquisire ulteriori risorse e di valorizzare quelle esistenti.
La visione del nostro Magnifico Rettore ha portato a una evidente e fortissima crescita del nostro Ateneo. Per usare proprio le sue parole, ciò è stato possibile solo grazie a una ritrovata coesione di tutta la comunità accademica che ha remato compatta nella stessa direzione, consentendoci di raggiungere straordinari risultati e forse andando oltre quelli che erano gli obiettivi dei padri fondatori. In conclusione del mio intervento, a me piacerebbe proiettarmi oltre questa visione: la mia, la nostra università ha tutte le carte in regola per essere annoverata, ancora di più di quanto già oggi non lo sia, nel panorama delle grandi Università italiane e mondiali. Questa deve diventare da oggi la nostra nuova missione. Una missione che richiederà una ancora maggiore integrazione con il territorio e attenzione crescente all’ambiente. Non accontentiamoci dei risultati ottenuti. Ai giovani dico: puntate sempre più in alto, rendete noi calabresi sempre più fieri e orgogliosi.
Con lo sguardo verso il futuro e con la certezza che l’Università della Calabria, nella ricchezza delle sue persone e dei suoi talenti, saprà superare nuovi limiti, stabilire nuovi equilibri, disegnare nuovi orizzonti, vi ringrazio per l’attenzione che mi avete concesso.
A tutti voi auguro un buon anno accademico.