Università della Calabria
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Manifesto

Ciò che riguarda tutti deve essere deciso da tutti!

 

Il mondo sta bruciando.

Per una serie di catastrofi, che sono sotto gli occhi di tutti oltreché documentate dai Rapporti delle stesse Nazioni Unite: mutamenti climatici e connessi disastri ambientali; corsa agli armamenti, sia convenzionali che nucleari, e conseguente proliferazione dei conflitti; sperequazione nella gestione e distribuzione delle risorse del pianeta; crescita della criminalità e della cultura della prepotenza e della violenza; arresto dei processi di consapevolezza e della capacità critica degli individui…

A partire dagli anni ‘90 del secolo scorso, soprattutto per la deriva planetaria della finanza e delle sue logiche di potere, si è progressivamente generata la società dell’1 per cento. La società governata da pochi sovrani che detengono la stessa ricchezza del restante 99% della popolazione mondiale.

Tale processo di accaparramento delle risorse, mai verificatosi prima, ha determinato la scomparsa dei ceti medî. Sono stati sostituiti da masse enormi di servi della gleba, sempre più poveri di pane, di lavoro, di diritti, di conoscenza.

Con il crollo dell’Unione Sovietica ha avuto termine il sistema bipolare a livello globale. Gli Stati Uniti d’America perseverano nella pretesa di imporre il proprio sistema di comando unipolare. Ma il mondo è diventato definitivamente multipolare, con l’emergere di nuovi soggetti: sia a livello globale che regionale. E l’Unione Europea – abbandonati i princìpî affermati dai padri fondatori: democrazia, indipendenza, economia sociale di mercato,  ricerca della pace e della cooperazione – necessita di tempo, prima di presentarsi come modello collaudato di unità e collaborazione tra i Popoli.

Alle dinamiche della finanza globale non si sottraggono neppure i regimi sedicenti comunisti o ex-comunisti, come quello cinese e russo. Al capitalismo fondato su oligopolî questi uniscono forme di governo irrispettose dei diritti e delle libertà dei proprî cittadini.

Nel sistema planetario così soggiogato dalla finanza perisce tanto il riconoscimento dei diritti fondamentali, da una parte, che la tenuta delle democrazie, dall’altra.

Di fatto, alle varie Dichiarazioni dei Diritti dell’uomo,promulgate dalla fine del XVII secolo alla metà di quello scorso, non sono succedute adeguate garanzie in loro difesa. Se applicate, le garanzie contemplate in quelle Carte imporrebbero limiti rigidi e vincoli costituzionali alla prepotenza della finanza e dei mercati globali così come a Stati sovrani senza scrupoli.

Da qui l’urgenza di una Costituzione della Terra, espressione della volontà dei Popoli.

Alla crisi del diritto corrisponde quella della democrazia. Essa si manifesta: nel vuoto della partecipazione consapevole, non solo elettorale; nel crescente astensionismo; nell’abuso della delega quanto a decisionalità. Sicché, oggi, la politica, i Governi e i Parlamenti sostanzialmente non decidono né governano: seguono ed eseguono  quello che altri e altrove stabiliscono.

A questo dato allarmante si aggiunge il fatto che la manipolazione dell’informazione da parte dei media legati a élite politiche ed economiche ostacola la formazione di un’autentica coscienza democratica.

La Terra e l’Umanità, però, non sono in grado di reggere agli impetuosi cambiamenti che si sono così introdotti nel lento e armonico incedere della Natura. Dinamiche destinate a rendere inabitabile il pianeta nell’arco di poche generazioni sono già in atto.

Rispetto all’affermarsi di questi nuovi problemi, un’istituzione sia pure storicamente meritoria come l’Organizzazione delle Nazioni Unite, chiamata a garantire la pace nel mondo dopo il Secondo conflitto mondiale, fa i conti col proprio odierno fallimento.

La fondazione di Atlante – Centro interdipartimentale per la Cittadinanza planetaria, la Costituzione della Terra e il Parlamento mondiale, avvenuta in seno all’Università della Calabria a primavera del 2024 – intende gettare un seme determinante in vista di una pianta energica e ramificata, volta a ravvivare le coscienze.

Il primo passo è quello di riconoscere che siamo un’unica Umanità. Sentirsi Cittadini planetarî equivale a essere consapevoli che ciascuna e ciascuno degli abitanti del pianeta ha pari dignità e gode degli stessi diritti fondamentali. Non basta pretendere – ciascuno per sé – che tali diritti siano rispettati e tutelati, promossi e garantiti. Occorre impegnarsi affinché vengano riconosciuti a ogni altro individuo, laddove e allorquando dovessero venir negati o soppressi.

È necessario restituire ai Popoli quanto finora è stato demandato agli Stati e ai rispettivi Governi. E un Parlamento mondiale dei Popoli della Terra getterebbe le basi di una più articolata istituzione planetaria, alternativa alle Nazioni Unite.

Al presente Manifesto puoi aderire sottoscrivendolo. Però puoi anche dedicare un po’ del tuo tempo a una o più d’una delle molteplici attività attraverso cui il Centro Atlante mira a raggiungere i proprî obiettivi.

Centro Interdipartimentale Atlante
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